Il Fatto

Riscatto edilizio: la casa come servizio

Si potrebbe rilanciare l'edilizia pubblica e dare la possibilità ad alcuni di quei tanti giovani di costruirsi una famiglia e avere una casa.

Entro il 2035 tutte le case degli italiani dovranno avere degli interventi costosi di contenimento di inquinamento o dispersione di calore o interventi sugli impianti elettrici, con la eliminazione dei carburanti fossili per il riscaldamento. Sarà un attacco alla casa?

Verso un’ottica diversa

Paolo Ghiotti: “Stiamo vivendo in un periodo che, oserei dire, è quasi un cambiamento d’era. La società sta cambiando. La stessa casa, che fino a qualche anno fa valeva per mio padre, era un bene primario, per cui risparmiare con lo scopo di comprarla. Oggi non è più così, non è più il rifugio, ma sta diventando un servizio. È come una vettura che va a seconda dei bisogni.

Questo avviene perchè non c’è più la sicurezza e la stabilità nel lavoro, non c’è più la certezza di stare sempre nello stesso posto. Perciò dovremmo cambiare anche i servizi in quest’ottica, in questa direzione. Dato che l’80% degli italiani sono possessori di casa, e ricordiamo che negli altri paesi così non è, dovremmo cambiare il sistema edilizio”.

“Potrebbe essere interessante, come diceva Carlo Trevisan, una comunione pubblico privato. Ci vuole una comunione di intenti dove, ad esempio, caserme dismesse o ospedali chiusi potrebbero, in una comunione con un privato investitore, trovare delle soluzioni alternative. Tra cui la riqualificazione, che sia un restauro più pertinente o altro, per dare un servizio per tutti coloro ai quali non possono permettersi di comprarsi o costruirsi una casa.

Luigi Gandi: “La quinta sede del corpo d’armata a Vittorio Veneto è bella e chiusa da anni, potrebbe diventare un’edilizia popolare”.

Necessità di riscatto per i giovani

Paolo Ghiotti: “Ma anche per dare l’opportunità di riscatto, di riscattare la casa con degli affitti”.

Carlo Trevisan: “Molti giovani non riescono a fare il mutuo della casa. Se ci fosse un pubblico o privato, un incentivo, magari attraverso la concessione al privato della case abbandonate, anche pubbliche, e se fosse poi, attraverso l’affitto-riscatto, sostituito il mutuo con il riscatto mediante l’affitto, non occorrerebbe la capitalizzazione iniziale mediante il mutuo.

Gerardo Colamarco: “C’è un problema però, siamo uno dei paesi al mondo dove l’evasione fiscale è alta. Se si risolvesse una parte, si potrebbe rilanciare l’edilizia pubblica e dare la possibilità ad alcuni di quei tanti giovani di costruirsi una famiglia. Se vogliamo risolvere il problema della casa, è edilizia pubblica. È chiaro che il privato che se investe su una casa voglia avere dei profitti, ma non può regolare il tutto.

Carlo Trevisan: “Non capisco perchè si stia creando un intesa pubblico privata nella sanità e non si possa realizzare nell’edilizia”.

Gerardo Colamarco: “Ma è un problema perchè stiamo smantellando la sanità pubblica. Sinergia sì, ma lo smantellamento del servizio sanitario pubblico non permette a molti cittadini di usufruirne. Ci sono attese di mesi se non anni.

Carlo Trevisan: “Non è più tempo dello stato imperante, oggi che è indebitato. Così come per la disponibilità di passaporto, le tempistiche sono infinite dell’amministrazione pubblica.

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