Economia e società

Jesolo, Federconsorzi contesta ritardi sul ripascimento della Pineta

Gli imprenditori della Pineta di Jesolo sono sconcertati e arrabbiati per un arenile che è ancora un cantiere aperto, con i lavori di ripascimento lontani dall’essere completati.

“A questo punto non mi interessa di chi siano le competenze: qualcuno se ne assumerà la responsabilità. Già dato mandato ai legali per procedere e chiedere eventuali risarcimenti danni”. Le parole di Renato Cattai, presidente di Federconsorzi Arenili (la realtà che raggruppa i gestori degli stabilimenti e dei consorzi di Jesolo), sintetizzano lo stato d’animo degli imprenditori della zona Pineta di Jesolo, sconcertati e arrabbiati per un arenile che è ancora un cantiere aperto, con i lavori di ripascimento lontani dall’essere completati.

La Pineta di Jesolo

“Eravamo già stati duramente colpiti dalla mareggiata di novembre – dice Cattai – per la quale, oltretutto, non abbiamo ricevuto ancora alcuna informazione circa gli aiuti che erano stati annunciati, a fronte di danni per migliaia di euro, ed ora dobbiamo subire anche i forti ritardi nell’opera di ripascimento”. Cattai non riesce a spiegarsi come mai gli interventi non siano stati eseguiti, nonostante l’opera rientrasse tra quelle in deroga rispetto al Dpcm.

“E’ vero che molte attività erano state interrotte per il lock-down imposto dal Governo per l’emergenza sanitaria, però quella del ripascimento rientrava tra le opere di ingegneria pubblica (per capirci, come l’intervento al Ponte Morandi), per cui non valeva il fermo”. E il ponte del 2 Giugno non ha aiutato.

Gli stabilimenti della Pineta

“Gli stabilimenti sono stati tenuti chiusi, la zona è stata transennata, con la contraddizione dei chioschi in spiaggia aperti, ma nessuno controllava; per cui avevi gente che scavalcava e andava a stendersi, persino sopra le dune; quando, invece, si poteva continuare a lavorare anche lunedì. Siamo un mese di ritardo e, con questi ritmi, conto che non potremo aprire prima del 20, 25 giugno”.  Con gravi conseguenze per le attività. “Non c’è un solo hotel aperto in tutta la Pineta, perché non è possibile avere a disposizione la spiaggia. La gente prenota e siamo costretti a spostarla da colleghi nella zona più centrale”. Già sono state inviate delle diffide.

Le lettere

“Le lettere sono già partite dai gestori degli stabilimenti. E ci saranno di sicuro delle cause: gli stabilimenti hanno già contattato gli studi legali. Non mi interessa di chi siano le competenze: qualcuno se ne assumerà le responsabilità”. Un’ultima considerazione, a proposito della gestione della spiaggia, Cattai la dedica ad una situazione che ritiene assurda, comunque non corretta e che andrebbe regolamentata. “Ci sono delle attività con licenza ricettiva o di sosta camper, che non mi risulta abbiano accordi con gli stabilimenti per la spiaggia; per cui abbiamo molti dei loro ospiti che ne usufruiscono, senza contribuire ai servizi, che sono a carico dei concessionari”.

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