Cultura e Spettacolo

Dopo la pizza, vogliamo anche la transumanza nel patrimonio Unesco!

Il Ministero delle Politiche Agricole annuncia che la transumanza, la migrazione stagionale del bestiame dai pascoli di pianura a quelli di montagna e viceversa, è stata candidata a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco.

La transumanza, antica pratica di allevamento preservata dalle comunità rurali, è candidata a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco: la richiesta è stata presentata ufficialmente oggi dall’Italia, insieme a Grecia e Austria. Lo annuncia il Ministero delle Politiche Agricole, spiegando che è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che porterà alla decisione da parte del Comitato di governo dell’Unesco nel novembre 2019.

«Ci riempie di orgoglio questa candidaturaha detto il vice ministro alle Politiche Agricole da oggi con le deleghe del settore, Andrea Olivero – in quanto è l’unica per quest’anno del settore agricolo e valorizza una pratica che rinnova il profondo legame tra uomo, prodotto e paesaggio».

Soddisfatto il primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, che ricorda il ruolo di capofila del nostro Paese nella difesa di una ricchezza fondata su tradizioni, cultura, sapori e conoscenze, dopo i riconoscimenti alla Dieta Mediterranea e dell’arte della Pizza e la candidatura delle Colline del ProseccoInevitabile il plauso di Coldiretti che parla di «un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori».

La transumanza, pratica di migrazione stagionale di greggi, mandrie e pastori in differenti zone climatiche lungo le vie semi-naturali dei tratturi, viene praticata nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno; e quindi da Amatrice, dove si svolgeva la grande festa dei pastori transumanti e Ceccano nel Lazio, da Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia, ma pastori transumanti sono ancora in attività anche nell’area alpina, in particolare in Lombardia e nella Val Senales dell’Alto Adige.

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