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Coldiretti: attacco al falso Made in Italy

La Coldiretti protesta al Brennero contro le importazioni sleali, chiedendo normative europee per l'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari e reciprocità nel mercato

Formaggio già marchiato con un nome italiano e diretto nel Veneto.

Protesta della Coldiretti per difendere il Made in Italy

È uno dei tanti carichi che stavano entrando in Italia stamane dentro un tir, in questo caso tedesco, attraverso il Brennero e che ha trovato ad attenderlo un fiume giallo. Migliaia di aderenti alla Coldiretti, soltanto dal Veneto sono andati in 1600, per dire no alla concorrenza sleale che minaccia il made in Italy agroalimentare.

L’obiettivo della protesta è chiedere al futuro Parlamento Europeo di porsi come priorità la normativa sulla tracciabilità dei prodotti, usando come modello quella italiana.

Carlo Salvan, Presidente della Coldiretti Veneto: “Oggi migliaia di soci da tutta Italia sono presenti al Valico del Brennero per denunciare ancora una volta le importazioni sleali che danneggiano i nostri imprenditori agricoli in tutta Italia. Al tempo stesso vogliamo anche lanciare un’importante iniziativa con una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare europea che coinvolge l’Italia e altri paesi. Lo scopo è quello di chiedere e pretendere l’etichettatura per l’origine obbligatoria in tutti i prodotti alimentari, estendendo, quindi, la normativa che l’Italia ha già avuto da apripista negli anni passati e che oggi deve diventare estesa a tutti gli altri prodotti per garantire trasparenza e flessibilità al consumatore che oggi ha fame di Made in Italy, ma che purtroppo trova invece tanto falso made in Italy e danneggia i nostri imprenditori.”

La richiesta di normative più equilibrate

La raccolta firme sarà promossa sui social media con l’hashtag “no fake in Italy” e in tutti i mercati contadini di campagna amica e negli uffici Coldiretti.

Le parole di alcune donne presenti alla protesta: “Donne di Coldiretti, siamo arrivate qui al Brennero, oggi, per dire stop alle importazioni sleali. Dobbiamo difendere il vero Made in Italy che oggi è sotto attacco. “No fake in Italy”!”

Non è stata dichiarata la guerra soltanto ai falsi Made in Italy. Nel mirino della contestazione, c’è anche la decisione di non includere nella direttiva breakfast l’obbligo di indicazione d’origine di succhi di frutta e marmellate. La decisione prevede anche di fermare l’importazione di cibo trattato con sostanze o metodi vietati in Europa. Un esempio è il grano canadese, fatto seccare in pre-raccolta col glisofato.

Coldiretti, infine, chiede di rispettare il principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo.

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