Matteo Secchi spiega l’ideazione dello scherzo di venessia.com
Le parole di Matteo Secchi: “Abbiamo comprato quattro speakers e abbiamo sparato questo messaggio di scherno da 4 postazioni. In questo modo, abbiamo invitato i turisti a chiedere il rimborso nel caso che le attrazioni di Venezia, chiamata “veniceland”, non fossero stato di loro gradimento”.
“All’inizio volevamo invitare la gente ad accomodarsi ai cancelli perché il parco stava chiudendo, però, i nostri avvocati ci hanno bloccato, perché poteva essere materia di denuncia per procurato allarme. Quindi abbiamo optato per questo scherzo”.
Il ticket d’accesso è un danno d’immagine per Venezia
Secchi prosegue dichiarando: “Apprezziamo che l’amministrazione si sia data da fare per cercare di risolvere il problema del overturism, ma, secondo noi non lo stanno facendo nella maniera più appropriata. È un danno di immagine, perché la casalinga dell’Illinois non si fa tante domande, anzi, pensa subito: a Venezia si entra pagando. Dunque, ora gira per il mondo questa immagine della città a pagamento. Noi non ci stiamo a questa soluzione”.
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