Opera che va, opera che viene, verrebbe da dire. Nelle stesse ore in cui il governo liberava le risorse per le opere utili ed accogliere le Olimpiadi Invernali 2026 Milano Cortina, il ministro agli affari europei Raffaele Fitto escludeva dal PNRR il bosco dello sport con il nuovo stadio di Venezia, progettato a Tessera.
Bosco dello Sport
Quest’ultimo annuncio era nell’aria, ma ora è ufficiale, anche se il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha già dichiarato che non si arrenderà e chiederà un finanziamento pubblico.
A monte del no europeo c’è il mancato obiettivo dell’inclusione sociale e della rinascita delle periferie, essendo il terreno scelto per la costruzione dello stadio area agricola e non superficie degradata. Quanto all’inclusione sociale l’impianto prevede di raccogliere incontri calcistici tra gli altri.
Arena di Verona
Centra invece in pieno l’obiettivo dell’inclusione sociale Luca Zaia, che giovedì pomeriggio ha incassato l’ok per i finanziamenti di un’impresa titanica in vista dei giochi invernali in programma fra 3 anni, ossia l’abolizione delle barriere architettoniche nell’Arena di Verona. Uno dei teatri antichi più famosi al mondo anche per i gradoni che lo caratterizzano.
In ballo ci sono soprattutto le olimpiadi che portano stanziamenti per opere e spettatori da tutto il mondo, non l’inclusione neanche se il presidente della giunta regionale Veneta punta ad Olimpiadi e Paralimpiadi in tandem.
Intanto sono arrivati i fondi anche per altre opere, destinate a sopravvivere dopo i giochi.
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