La crisi per la microcriminalità a Mestre
Carlo Garofolini solleva una grave questione riguardante il degrado e la sicurezza in via Turati di Mestre. Qui circa quaranta famiglie del condominio Ater vivono quotidianamente in condizioni di grande disagio. Gli abitanti sono costretti a fronteggiare il problema dello spaccio di droga, l’accumulo di sporcizia e un generale stato di degrado.
Molti residenti si sentono minacciati e temono per la loro incolumità, soprattutto quando rientrano a casa oltre una certa ora. Alcuni hanno persino minacciato di non pagare l’affitto se non verranno presi provvedimenti. Come ADICO, intendiamo portare alla luce questa situazione, sottolineando che non è un caso isolato ma rappresenta un problema più ampio che affligge numerosi quartieri di Mestre.
Garofolini invita tutte le autorità, gli enti competenti e la politica a intervenire affinché i residenti possano vivere con la dignità e la sicurezza che meritano.
Denunce e interventi
In effetti, Mestre è afflitta da numerosi casi di degrado, come evidenziato da Gianluca Agostini, un cittadino impegnato che da tempo documenta la situazione di Marghera con video che mostrano il degrado quotidiano. In particolare, nella zona adiacente alla chiesa di Sant’Antonio, sotto i portici, i tossicodipendenti trovano rifugio dal freddo in inverno e dal caldo in estate.
Si cambiano d’abito, mangiano e nascondono cuscini e coperte nei cespugli di giorno per usarli di notte sul sagrato. I tombini vengono spesso rimossi per nascondervi la droga o per altre attività illecite. Nei mesi di giugno e luglio, la Polizia di Stato ha scoperto cinque immigrati irregolari con precedenti in due edifici abbandonati del quartiere, che sono stati successivamente allontanati.
Inoltre, in altri otto edifici chiusi, sono stati trovati rifugio quattro immigrati che sono stati identificati e allontanati. Il 10 luglio scorso, un blitz della Polizia Locale nell’ex palazzo Telecom di via Meucci ha portato alla scoperta di otto giacigli e di due stranieri, un libico e un algerino. Nonostante le operazioni di chiusura e muratura degli accessi effettuate dopo le ispezioni, tali edifici continuano a essere rioccupati.
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