Il noto ciclista Roberto Pagnin, ospite nella trasmissione Obiettivo Salute (in onda il mercoledì alle ore 21.25) ricorda le sue vittorie e racconta il suo ritorno: «mentalmente sto pedalando ancora».
Ciclista Roberto Pagnin
Professionista dal 1985 al 1996, ha vinto tre tappe alla Vuelta Espagna e due al Giro d’Italia. Ce le vuoi ricordare?
«Ho vinto la tappa di Vittorio Veneto il primo anno da professionista. Però c’è stata una incomprensione della giura. Per me è una vittoria fatta, anche se mi hanno messo al terzo posto. Una vittoria doppia perché ho vinto in casa e nella mia regione.
Una vittoria inaspettata perché io quel giorno dovevo lavorare per il mio compagno di squadra, il velocista. Quel giorno sentivo un’energia pazzesca. Sono tornato vincitore ma sconfitto perché mi hanno levato via la vittoria. Non sembrava opportuno».
Ti sei ritirato nel 1996. Ma io so, che di recente hai ripreso ad allenarti. Sei un ex o nuovo ciclista?
«Sono sei anni che non correvo perché ho iniziato da professionista e poi ho smesso. Dopo un paio d’anni ho cominciato a correre con gli amatori. La mia passione è sempre quella di correre in bicicletta, sin da bambino. Di conseguenza la passione ti rimane dentro.
Poi quando vai a correre a livello amatoriale, la voglia di emergere, il carattere di un corridore si espone, anche, ad avere dei risultati. Di conseguenza ho partecipato per dodici anni a livello amatoriale. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere, senza togliere niente agli altri.
Sappiamo che gli amatori sono persone che lavorano, hanno famiglia e hanno questa grande passione. Io, invece, vengo già da un mondo professionistico e quindi avevo qualcosa in più di loro.
Come dicevo prima, sono sei anni che ho smesso di correre. È morto mio padre e di conseguenza non riuscivo a concentrarmi sul mondo dello sport. Comunque adesso sto ritornando come ero prima. Non a livello fisico ma mentalmente sto pedalando ancora».
