Il presidente delle case Ater di Venezia, Raffaele Speranzon, si dice “Felice della sensibilità dimostrata dall’assessore regionale Lanzarin, da mesi ci interfacciamo e lavoriamo con profitto a fianco della Regione, indicando in tutti i tavoli che la strada giusta è proprio quella di applicare dei piccoli correttivi alla normativa, che non stravolgano l’impianto ma che prendano in considerazione variabili e situazioni particolari del veneziano”.
Dal 1° luglio sono entrati in vigore i nuovi canoni per gli inquilini di edilizia residenziale pubblica, come previsto dalla legge regionale n.39 del 2017. L’Ater di Venezia, come le altre Ater del Veneto e i Comuni, si attiene alle disposizioni normative regionali e ha inviato ai propri inquilini la comunicazione formale sull’entrata in vigore dei nuovi contratti di locazione.
Reddito e patrimonio
A fronte delle nuove disposizioni dettate dalla normativa, in base all’Isee del nucleo familiare che prende in considerazione la situazione reddituale e la situazione patrimoniale, una parte di inquilini Ater ha visto un aumento dell’affitto e un’altra una diminuzione.
“Abbiamo i numeri e le istanze degli inquilini che perderebbero i diritti di rimanere nelle case popolari – spiega Speranzon – abbiamo evidenziato tutti i casi e le variabili. Ci siamo confrontati ai tavoli con le altre Ater del Veneto, abbiamo partecipato alla commissione consiliare in Regione e alla prima seduta del tavolo tecnico regionale per chiedere una “Legge speciale” sulla casa per Venezia. Siamo dunque felici di vedere grande disponibilità nell’applicazione di utili correttivi, in questo modo l’assessore ha dimostrato sensibilità e apertura ai problemi reali. Fermo restando che – aggiunge Speranzon – siamo tutti d’accordo sul fatto che chi può permettersi una casa privata o chi pensa di stare in una casa dell’Ater pur avendo centinaia di migliaia di euro in banca deve assolutamente lasciare l’alloggio popolare a chi ne ha diritto”.
In questi giorni sono numerosi gli inquilini che si rivolgono agli uffici dell’Ater di Venezia per avere spiegazioni e delucidazioni in merito ai nuovi canoni.
“Invitiamo a chiamare gli uffici e prendere appuntamento per avere delucidazioni – rimarca il presidente – soprattutto chi ha riscontrato delle “stonature” rispetto alla propria posizione Isee e chi non ha ancora regolarizzato e definito la propria posizione perché carente di documentazione. Non penalizzeremo i soggetti e i nuclei familiari in condizione di fragilità socio-economica”.
Alcuni dati
Gli inquilini “assegnatari” dei 7.565 alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) che hanno avuto un aumento del canone d’affitto sono 6.170, mentre quelli che hanno avuto una diminuzione del canone sono 1.395.
Per chi non supera i 20mila euro di Isee, il canone medio di affitto nelle case Ater di Venezia è di 129 euro.
Sempre per chi resta all’interno dei 20mila euro dell’Isee, il range di aumento è di circa 50 euro al mese. Per coloro che invece hanno avuto una diminuzione, il calo medio, rispetto a prima, è di circa 100 euro al mese.
Nel totale ci sono circa 1.400 gli inquilini assegnatari che non hanno compilato correttamente la modulistica o presentano delle anomalie da verificare, per cui il possesso dei requisiti per rimanere nell’alloggio pubblico resta da definire.
L’affitto minimo nelle case Ater è fissato a 40 euro al mese.
Residenzialità
“L’obiettivo della legge regionale – spiega Speranzon – non è penalizzare le fasce deboli, ma garantire un alloggio a condizioni di favore a chi ne ha bisogno, accompagnando gli inquilini con maggiori possibilità economiche a rivolgersi al libero mercato delle locazioni”.
“Siamo fiduciosi – aggiunge il presidente dell’Ater veneziana – che il tavolo regionale prenderà in considerazione le criticità che stiamo riscontrando ed evidenziando nel territorio veneziano”.
“Per i singoli casi di particolare fragilità sociale – rimarca il presidente – e in particolare per i nuclei dove sono presenti disabili e anziani in età avanzata, l’Ater è impegnata a valutare e ad adottare le soluzioni di maggior tutela per l’inquilino. Su Venezia in particolare contiamo di poter approfondire le particolari esigenze di residenzialità dove oltre alla pressione turistica sul livello degli affitti, c’è un’elevata età media degli inquilini nelle case popolari. Inoltre, con l’età sempre più avanzata degli utenti si presentano anche le necessità e le difficoltà di adeguare gli alloggi alle persone con disabilità. Situazioni, queste, che richiedono una specifica attenzione di tutela e salvaguardia”.