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Anoressia in aumento: la giornata del fiocchetto lilla

Il 15 marzo sarà la Giornata dei disturbi del comportamento alimentare, qui l'appello dell'assessora regionale alla Sanità veneta Manuela Lanzarin

Anoressia e bulimia sempre più diffusi. Ogni anno nel Veneto vengono curate 3.000 persone. La Regione ha dovuto, gioco forza, dotarsi di una rete di centri presenti in ogni azienda sanitaria. A dirlo è l’Assessore Regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, in vista della Giornata dei Disturbi Alimentari, in programma domani 15 marzo.

15 marzo, la Giornata dei disturbi del comportamento alimentare

Le parole di Manuela Lanzarin, Assessore regionale alla sanità veneta: “15 marzo, giornata dei disturbi del comportamento alimentare. Una vera e propria emergenza sociale che non coinvolge solo il singolo, ma l’intera famiglia. I numeri sono in crescita, che ci fanno anche una fotografia di esordi sempre più precoci. Sempre più ragazzini e adolescenti di 9-10-11 anni, ed è molto preoccupante.

I dati del Veneto ci vedono con circa 3.000 persone prese in carico durante l’anno e un migliaio di ricoveri ospedalieri. Le patologie più seguite e ricorrenti sono quelle della bulimia nervosa e dell’anoressia nervosa.”

Le iniziative della Regione Veneto

Il primo approccio della Regione Veneto alla cura dei disturbi alimentari è avvenuto a Portogruaro 20 anni fa. Quando è stato avviato il primo centro specializzato pubblico. Ora ci sono intere equipe negli ospedali, con nutrizionisti, neuropsichiatri infantili, psicologi, perchè l’iter di cura coinvolge anche i familiari.

Continua Manuela Lanzarin: “Il Veneto ha saputo fin da subito mettere in campo una struttura e un’organizzazione. Oggi ci sono 2 centri di riferimento regionali, le due aziende ospedaliere, quindi Padova e Verona, 3 centri provinciali, Treviso, Venezia e Vicenza. Poi ci sono una serie di strutture distrettuali in ogni singola azienda sanitaria.”

“Il Veneto è anche la prima regione, già nel 2001, che ha costruito e pensato il primo centro di cura e riabilitazione pubblico, “La casa delle farfalle” a Portogruaro, che è oggi anche in espansione.”

Porre attenzione ai piccoli segnali

Il fiocchetto lilla è un avvertimento a vigilare tra le mura domestiche e a fare attenzione ai segnali. I primi punti di riferimento a cui rivolgersi sono i medici di base, ma anche le associazioni di volontariato.

“Noi dobbiamo soprattutto parlare alle famiglie, ai genitori, e dire loro di essere molto attenti. Di osservare, di ascoltare e dialogare con i ragazzi, gli adolescenti, i figli. Quindi cerca di capire ogni singolo messaggio e indizio. E, nell’esordio anche precoce di questa patologia, di rivolgersi alle strutture specializzate. Ad esempio, le strutture territoriali, i medici di medicina generale, i pediatri, gli specialisti, ma anche le tante associazioni.”

“Il nostro modello si basa su una stretta collaborazione, e ne è una dimostrazione la costruzione della PDTA e del tavolo tecnico, in cui le associazioni sono parte integrante.”

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