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Bruxelles: in 3 mila dall’Italia, no alle importazioni sleali

3 mila agricoltori, provenienti da tutta Italia, hanno protestato a Bruxelles chiedendo una revisione della PAC e un maggiore controllo sulle importazioni

Oggi è stata la giornata della protesta degli agricoltori aderenti alla Coldiretti a Bruxelles. In 3 mila in corteo hanno raggiunto dalla Stazione Luxembourg, Rue de La Loi a pochi passi dal Parlamento Europeo. Gli agricoltori hanno chiesto la semplificazione della PAC ovvero la politica agricola comune.

Carlo Salvan, Presidente Coldiretti Veneto: “Oggi oltre 3 mila agricoltori sono giunti da tutta Italia. Sono davanti alle Istituzioni comunitarie per chiedere essenzialmente tre cose: una revisione urgente della PAC, una moratoria dei debiti per le imprese agricole scottate purtroppo dalle situazioni contingenti che gli stanno sottraendo reddito e un controllo delle importazioni che stanno creando una fortissima concorrenza sleale alle nostre imprese. Quest’ultime sono legate ad una burocrazia e adempimenti di carattere ambientale sempre più stretti che stanno togliendo marginalità e reddito a tutti i nostri soci e aziende.”

Voce dell’agricoltura di montagna a Bruxelles: lotta contro lo spopolamento e l’avanzare del Bosco

L’agricoltura sta vivendo problematiche comuni come il calo del prezzo dei cereali a causa della concorrenza extracomunitaria. Ai nodi di sempre però si aggiungono quelli legati alle specificità dei territori. È il caso del bellunese dove il bosco sta avanzando e sta mangiando fasce preziose da destinare al pascolo. Si aggrava così la tendenza allo spopolamento della montagna.

Chiara Bortolas, Presidente Coldiretti Belluno: “Siamo qui a Bruxelles per portare la voce dell’agricoltura di montagna. Nella nostra provincia lo spopolamento si vince anche lasciando le aziende agricole sul territorio e permettendo agli agricoltori di avere un giusto reddito per il loro lavoro. Con lo spopolamento c’è anche l’avanzare del bosco e l’abbandono dei terreni. Noi questo non lo vogliamo ed è per questo che oggi siamo qui a manifestare e per dire all’Europa di lasciarci la possibilità di lavorare nel nostro territorio.”

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