Il Fatto

Berlato: il rispetto per gli anziani e le case di riposo

Per Berlato gli anziani hanno il diritto di poter trascorrere gli ultimi anni della loro vita in maniera adeguata. C'è mancanza di rispetto.

Luigi Gandi: “Tutti sanno, onorevole Sergio Berlato, che gli anziani sono le persone più deboli nelle case di riposo. A livello europeo, certamente, ma anche italiano, sono deboli e le risposte non sono adeguate. Le case di riposo pubbliche costano meno, quelle private costano tantissimo. Come possiamo normare questa situazione per dare risposte ai nostri anziani?”

Il rispetto per gli anziani per Berlato

Sergio Berlato: “Io credo che sia diritto di qualsiasi persona anziana. Dopo aver lavorato tutta una vita dove, pagato le tasse per tutta una vita, sia diritto loro di poter trascorrere gli ultimi anni della vita in maniera adeguata. Avendo il rispetto da parte delle istituzioni.

Perché alle volte li vediamo così abbandonati da dimostrare che c’è una mancanza di rispetto nei loro confronti. Quindi credo che sia importante garantire servizi adeguati. Come dicevo, non solo in campo sanitario, ma anche sociale. Cioè fare in modo da capire che, è un dato di fatto, si sta alzando l’aspettativa media di vita di tutti i cittadini. Ciò significa che dovremmo pensare sempre di più ai nostri anziani.

Il punto di Berlato

Anziani che non sono un peso per la società. Qualcuno dice facciamo entrare gli extracomunitari, così pagano le pensioni ai nostri anziani. No, le pensioni, i nostri anziani se le sono già pagate con i versamenti fatti durante tutta la vita. Non è che abbiano bisogno dell’ultimo extracomunitario per pagare le pensioni ai nostri anziani, perché se le sono pagati loro.

E quindi bisogna fare in modo che adesso queste persone, soprattutto meritino rispetto e non vengono considerate un peso per la collettività. Un peso della quale doversi liberare nel più breve tempo possibile.

Io dico sempre, faccio questo tipo di esempio. Quando una persona anziana che ha 100 anni muore è come se andasse a fuoco un’intera biblioteca. Pensate a quanti volumi di sapere, di conoscenze, di esperienze una persona accumula durante tutta la propria vita. E ora questo patrimonio non deve essere disperso o bruciato apposta o nel più breve tempo possibile.

Bisogna fare in modo che gli anziani siano considerati ancora come una patrimonio per l’intera collettività. Una volta, quando c’erano meno soldi, ma molto più buon senso, gli anziani venivano sempre messi vicino ai bambini. Ciò, non per risparmiare sulla babysitter, ma perché gli anziani potessero trasferire una parte di questo sapere accumulato nella vita.

La scuola della vita

Perché c’è gente che si laurea alla Bocconi. Ma c’è gente che si laurea invece nella scuola della vita ed è questo quello che serve di più per i nostri bambini, i nostri giovani. Trasferire la biblioteca accumulata nella nel corso di una vita dei nostri anziani, trasferirli alle giovani generazioni perché possano beneficiare di questi insegnamenti frutto di esperienze di tutta una vita.

Ecco, se noi consideriamo la persona anziana come una persona da rispettare. Come un patrimonio per l’intera collettività. Renderemo un atto di giustizia nei loro confronti, ma faremo bene a noi stessi perché andremo a ad attingere a una a degli insegnamenti che non tutti si imparano sui libri.”

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