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Stop al superbonus: “bloccati crediti per 30 milioni di euro”

Bonus e superbonus si sono rivelati croce delizia per l'economia. Oggi l'Istat ha ufficializzato la crescita di quasi 7 punti del Pil anche grazie al superbonus e da Venezia l'associazione costruttori si dichiara disposta a ritocchi ma non alla cancellazione del 110. Ci sono a rischio - denuncia - centinai di aziende e 30 milioni di euro

Oggi nel nostro territorio veneziano ci sono centinaia di cantieri, se non fermi, rallentati, decine di imprese in difficoltà, decine di milioni di crediti nei cassetti fiscali non negoziabili perchè le banche hanno esaurito i cosiddetti plafond. Grazie al superbonus il PIL nel 2022 è cresciuto di quasi 7 punti rispetto al 2021, notizia diffusa oggi dall’ISTAT, precisando che sul calcolo ha pesato l’impatto dei crediti d’imposta, in particolare del super bonus.

Questa la bella notizia, la brutta è che il governo sta vivendo una grave crisi di liquidità perchè ha dovuto concedere esenzioni fiscali e non può permettersi di finanziare ancora il 110.

L’ambizione di spalmare nei bilanci dello Stato in decenni le risorse investite

L’ambizione era di spalmare nei bilanci dello Stato in decenni le risorse investite ma è arrivata la doccia fredda di Eurostat e il cerino è rimasto in mano al governo Meloni, i costruttori si chiedono perchè il governo Conte non ci abbia pensato a suo tempo.

“Eurostat dice che il credito non può essere spalmato negli anni ma entra in bilancio dello stato tutto su una volta. Mi chiedo se noi come imprenditori, come cittadini, come professionisti dovevamo sapere questa cosa o se forse dovevano essere loro a saperlo, visto che fanno le leggi”.

Superbonus

Secondo le stime dell’Ance veneziana i crediti bloccati dallo stop ai superbonus ammontano nella sola area della città metropolitana a 20/30 milioni di euro e i nodi arriveranno al pettine nella seconda metà dell’anno e il rischio è di tornare al sommerso

“Pare che la ragioneria stato conteggi solamente quello che è il debito senza considerare quelle che sono le entrate, IVA, IRPEF e soprattutto l’emersione del lavoro nero, ricordiamoci che in questi anni subito dopo la pandemia o addirittura nel corso della pandemia il settore dell’edilizia inteso come tutta la filiera e non solo le costruzioni ma anche le aziende manifatturiere che producono i prodotti che poi entrano nei cantieri hanno contribuito in modo significativo al PIL dell’Italia che è stata nell’Europa uno dei paesi trainanti.”

Revisione della legge ma non la sua eliminazione

L’associazione costruttori è disponibile ad accettare la revisione della legge e ritocchi anche consistenti ma non la sua eliminazione. Senza agevolazioni la spesa per isolare gli edifici sarebbe insostenibile per i più

“Per tanto bisogna sicuramente rivedere e modificare questo tanto vituperato bonus nelle aliquote ma bisogna mantenerlo, per mantenere occupazione e soprattutto per concorrere ad arrivare a quell’obiettivo di de carbonizzazione che tanto viene sbandierato da tutti. Senza un aiuto dello stato però è impensabile che il privato cittadino, proprietario di un appartamento o di un immobile possa metterne le mani in maniera corretta e efficiente per raggiungere questo obiettivo che essendo nel 2030 o 35 è praticamente domani”

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