Il Fatto

Silvano Vernizzi: viabilità nel Bellunese e la tempesta Vaia

Gli ultimi interventi e le opere realizzate da Vernizzi prima della morte

Nuova puntata di “Il fatto di Luigi Gandi”. In studio Giancarlo Galan dopo 9 mesi di silenzio stampa, Renato Chisso e Adriano Rasi Caldogno. Gli ospiti hanno fatto un pubblico encomio al compianto Silvano Vernizzi.

“Allora, io chiedo alla regia di mandare in onda l’ultima intervista di Silvano Vernizzi che ho fatto poco prima che ci lasciasse. Ci ha lasciato veramente attoniti, stupiti, non ci aspettavamo… Sembra quasi impossibile, Giancarlo, sembra quasi impossibile”.

La grande volontà di Vernizzi

Le parole di Giancarlo Galan, già Presidente della Regione Veneto: “Dico anche una cosa personale: Silvano ebbe le mie stesse malattie. E quindi è stato per me un colpo ancora maggiore. Gli voglio bene. Gli ho voluto e gliene voglio ancora”.

“Lui non si aspettava cosa ha avuto questa dipartita, voleva ancora lavorare. Mi ha detto che andava in pensione a novembre, ti ricordi? Lui continuava a lavorare, voleva lavorare, voleva stare qua a rendersi utile. Aveva le stesse malattie, bisogna stare attenti… Manda in onda, per cortesia, l’ultima intervista”.

L’ultima intervista di Silvano Vernizzi prima della morte

“Siamo con l’ingegner Silvano Vernizzi, i lavori di Belluno e provincia visti da Veneto Strade ma anche dalle comunità locali. Iniziamo proprio con lei per un ciclo di trasmissioni, ingegnere, i lavori che voi state facendo a Belluno quali sono?”

Le parole di Silvano Vernizzi, Direttore Generale: “Abbiamo dato, entro fine settembre scorso, a Belluno, 140 milioni di euro di lavori tra lavori di ripristino stradale e lavori di sistemazione valanghiva dei versanti sopra i centri abitati. I lavori stradali sono iniziati e i lavori valanghivi inizieranno con la primavera perché ovviamente in questo periodo, come è noto, c’è neve in montagna e quindi siamo in quota alta e quindi non si può lavorare. Quindi inizieranno a primavera”.

Gli interventi dell’ingegnere

“La primavera, praticamente, bellunese sarà un unico cantiere perché 140 milioni di euro di interventi sono tanti. Quali sono, appunto, gli interventi principali? Interventi di ripristino stradale, quindi sistemazione delle frane, sistemazione degli asfalti, sistemazione dei guard rail che sono venuti giù con Vaia e tutte le sistemazioni possibili. Nei versanti, invece, vengono fatte paravalanghe, vengono fatti muretti di contenimento di possibili frane o di possibili cadute di massi. Insomma, un lavoro imponente perché probabilmente dovremmo riappaltare una somma analoga cioè oltre, sicuramente, oltre i 100 milioni di euro”.

“Quali sono le località principali di caduta?”

“Guardi, le località principali sono quelle dell’alto agordino quindi comune di Rocca Pietore, comune di Livinallongo del col di lana, comune di Selva di Cadore. Sono i comuni dove c’è la maggior parte dei lavori. Ci sono lavori nel Comelico, ci sono lavori un po’ dappertutto concentrati nell’alto agordino perché è la zona che ha subito più danni da Vaia”.

Il problema di Schiucaz

“E Schiucaz?”

“Schiucaz è un grosso problema perché noi pensavamo, scaricando la frana, di aver sistemato il tutto e invece, purtroppo, la collina, la montagna che sovrasta Schiucaz è fessurata in più punti, è una montagna formata di sabbia e di argilla e quindi quando piove regolarmente si formano le frane”.

“La scorsa settimana, venerdì, c’è stata una frana di circa 3000 metri cubi. Le opere di difesa che avevamo fatto, un valico più dei container per contenere la frana hanno funzionato. Poco materiale è arrivato vicino alle case però abbiamo dovuto risistemare le opere di difesa portando via la terra che era caduta”.

“E’ stato necessario evacuare, quantomeno le famiglie, delle case più vicine alla frana perché non c’erano più le condizioni di sicurezza”. Purtroppo lì il problema è che la montagna continua a franare. Quando ci sono fenomeni di pioggia, e quest’anno ne abbiamo avuti finché se ne volevano c’è il problema delle frane”.

Altre località con gli stessi problemi di Schiucaz

“C’è anche una località vicina a Schiucaz che ha gli stessi problemi”.

“Ma, ci sono, nel Pago, ci sono zone con frane storiche, diciamo, tutte, però quella che ci preoccupa di più in questo momento è quella di Schiucaz”.

“Non so, la spiegazione di come mai queste voragini che si creano sotto le strade?”

“Ma guardi, Vaia è stata una cosa tremenda per il bellunese perché è stato veramente un evento molto pesante. Abbiamo visto gli effetti, lo abbiamo visto sugli alberi, ha abbattuto migliaia e migliaia di alberi. Allora, abbattendo gli alberi, chiaramente i versanti non sono più in equilibrio perché le radici degli alberi hanno la funzione di trattenere il terreno. Non ci sono più e quindi il terreno, quando piove, comincia a scorrere e a franare e a creare anche voragini sotto le strade. Un po’ tutto, insomma, ci vorrà molto tempo per riequilibrare il territorio del bellunese”.

La questione degli alberi a Belluno

“Siamo stati con Veneto agricoltura nel vicentino e nel veronese, sui monti della Lessina. Lì gli alberi li hanno portati via. Come mai questo ritardo, invece, in provincia di Belluno?”

“Ma, guardi, allora, ci sono zone dove gli alberi, in provincia di Belluno, sono stati portati via. Per esempio, in Val Visdende c’è anche un tipo di abete pregiato, insomma, che serve per fare strumenti musicali, quindi che ha un valore maggiore dell’abete rosso ordinario e quindi lì li hanno portati via, li hanno venduti i proprietari stessi”.

“Poi ci sono tantissimi alberi lungo le strade, sui versanti, che sono ancora lì perché li abbiamo tenuti lì per evitare ulteriori frane perché quantomeno gli alberi servono in qualche maniera a trattenere il terreno”. Adesso abbiamo attivato gli interventi di sistemazione valanghiva dei centri abitati, come dicevo prima, dalla fine dell’inverno, quando sarà possibile lavorare perché non ci sarà più neve, cominceremo a lavorare per portarli via”.

I rapporti con ANAS

“Quali sono i rapporti con ANAS?”

“Sono ottimi i nostri rapporti con ANAS anche se molto limitati perché, insomma, ANAS gestisce le sue strade, noi gestiamo le nostre. Ecco, quindi, però rapporti ottimi”.

“Su Cortina state lavorando anche voi?”

“Beh, su Cortina stiamo lavorando anche noi perché anche noi abbiamo delle strade in gestione a Cortina. Per esempio, la strada che porta da Cortina a Falzarego, tanto per dire, è una gestione nostra quindi ci stiamo lavorando anche noi. Sulla 51 che è la strada delle Manie no perché lavora ANAS, quindi la maggior parte dei lavori per le Olimpiadi sono di ANAS. L’Agordina e l’alto Agordino sono state la strada e il territorio più colpiti da Vaia”.

“Ha ragione Luca Zaia quando ha detto nel suo video messaggio che questo ingegnere era veramente eclettico, una persona sulla quale non bastava neanche la Treccani, un’enciclopedia perché era competente su vari settori. Io ho vissuto anche la stagione di Vaia e vi assicuro che è stato veramente un grande punto di riferimento importante, vero Adriano?”

Il ricordo di Rasi Caldogno durante la tempesta Vaia

Le parole di Adriano Rasi Caldogno, già Segretario Generale della Regione Veneto: “Sicuramente ha dimostrato anche in quel ruolo una grande capacità”.

“Io ho un unico ricordo dell’ULSS Dolomiti a Belluno che, in occasione proprio della tempesta Vaia, avevamo un grandissimo problema sull’ospedale di Agordo nel quale i serbatoi dei generatori che supplivano la mancanza dell’energia elettrica di rete si avviavano a esaurimento e, diciamo, la protezione civile insieme naturalmente anche ai mezzi di Veneto Strade coordinati da Silvano Vernizzi consentirono in una situazione di grande rischio e di grande difficoltà di approvvigionare i serbatoi dei generatori”.

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