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Pier Francesco Ghetti: corsi idrici, normative e cambiamenti

Pier Francesco Ghetti: "la prima normativa a mettere ordine, mirando sopratutto al tema della qualità, è stata la Legge Merli."

Pier Francesco Ghetti interviene esprimendosi sul cambiamento del comportamento dell’uomo nei confronti dei corsi idrici, esprimendosi sulla prima normativa ufficiale in merito.

Paolo dalla Vecchia: “Il tema della risorsa acqua, della qualità del suolo, è un tema che tu hai trattato a 360°. Ci puoi dire anche a livello amministrativo, la normativa che nel corso della tua carriera, ricordi come più significativa ed incisiva.”

La Legge Merli

Pier Francesco Ghetti: “Avendo lavorato nell’ambiente della Val Parma negli anni ’70 e sviscerando quelle che sono le funzioni dell’acqua internamente ed esternamente. Ricordo che avevamo a valle della città tutti i rifiuti organici, una cosa per noi inimmaginabile oggi. Quindi pensiamo come possa essere cambiato tutto nel corso di una cinquantina d’anni. E come nel pieno dello sviluppo economico avessimo residui di plastiche sopra gli alberi. Non c’era questa sensibilità odierna, i sacchetti di plastica volavano ovunque.

Ecco, tornando alla domanda, la prima normativa a mettere ordine, mirando soprattutto al tema della qualità, è stata la Legge Merli. Perchè la legge, che è degli anni ’70, chiede che ci sia una responsabilità anche giuridica, tra chi inquina e chi paga. Attraverso l’utilizzo di tecnologie depurative obbligatorie. Con un controllo obbligatorio, che bloccò il dilagare di quest’inquinamento, in quegli anni.

Pier Francesco Ghetti: “fiume come la realtà terrena del ciclo dell’acqua”

Fu provvidenziale in un momento di forte accrescimento di produzione di vari prodotti, soprattutto di sintesi. Pensiamo ai farmaci, e prodotti industriali, per un verso molto utili, ma d’altra parte rischiosi per il trasporto fluviale dalle città fino al mare. Considerando il fiume come la realtà terrena del ciclo dell’acqua.

I tempi cambiano. Pensando ad anni fa quando l’ingegneria fluviale stringeva ed innalzava gli argini, per velocizzare il corso del fiume. Ora invece cerca in tutti i modi di rallentarli, vista l’importanza, la necessità e la carenza d’acqua, dovuta a diversi fattori come il cambiamento climatico. A questo punto ci si pone il problema dei bacini idrici, per la raccolta d’acqua ed i bacini di soccorso per l’agricoltura. Quindi vediamo come in tempi brevissimi sia cambiato tutto e la responsabilità e la risposta a questi problemi è dell’uomo.

GUARDA ANCHE: Pier Francesco Ghetti: il fiume è un utile idiota del paesaggio

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