Venezia Cambia

L’Atelier Pietro Longhi e le sue collaborazioni

L'Atelier di Francesco Briggi, dalla ricostruzione dei costumi storici per il Palio di Noale alle collaborazioni con il Teatro Regio di Parma e le produzioni cinematografiche

L’Atelier è frequentatissimo e di interesse internazionale, i cui costumi trovano sicuramente nella città di Venezia una delle massime realizzazioni. Tuttavia, ha una produzione interessantissima anche per il costume storico per produzioni teatrali e cinematografiche. Quindi, direttamente o indirettamente, sono collegate anche con gli audiovisivi.

La realizzazione dei costumi storici per il Palio di Noale

Le parole di Briggi: “La passione per la storia e per il costume fa sì che la ricerca per la ricostruzione dell’abito sia sempre la nostra prerogativa. Ricollegandosi al discorso di Noale, noi è da qualche anno che contribuiamo nel rinnovo degli abiti storici del corteo partendo dalle singole contrade. Al Palio di Noale stiamo collaborando e collaboriamo in questo rinnovo costante degli abiti che vengono poi indossati in questa importante manifestazione.”

Le collaborazioni dell’Atelier con il Teatro Regio di Parma e con la produzione cinematografica su Vespucci

“Abbiamo una costante collaborazione con il Teatro Regio di Parma. L’anno scorso abbiamo fatto due opere: “La forza del destino” e “Il barbiere di Siviglia” per i protagonisti.”
“L’ultima produzione televisiva cinematografica è stata l’anno scorso su un documentario sulla vita di Amerigo Vespucci, che è andato in onda in Germania e al Circuito Arte in Francia, facendo 18 milioni di visualizzazioni. Abbiamo realizzato gli abiti basandosi sull’evoluzione della vita di Vespucci leggendo lo script che il produttore e i suoi collaboratori hanno creato. Da lì si crea sempre una sinergia con chi ha in mente delle immagini che poi vuole tradurre in abiti e con personaggi che li animano.”

Partire sempre da zero – una sfida costante

“È sempre una sfida, perché la difficoltà di partire sempre da zero è la spinta che mi fa andare avanti. Due cose uguali non le ho mai fatte. È questo che mi aiuta perché è uno stimolo costante. Anche in Atelier è difficile che abbia due abiti fatti con lo stesso tessuto, pur avendone centinaia. Una volta fatto un abito si passa al successivo. Molti mi chiedono qual sia l’abito più bello al quale io sono affezionato, e io rispondo sempre che è il prossimo.”

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