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Lando Arbizzani: lo stipendio preso da operaio

Lando Arbizzani: "Non avevo preparazione cultuale e tecnica, ma grazie alla pratica conoscevo gli aspetti esecutivi"

Lando Arbizzani parla dello stipendio che riceveva ad inizio della sua carriera lavorativa e quanto il mondo operaio sia stato utile per avere ruoli più importanti.

“Guadagnavo il doppio rispetto a mio padre”

Paolo Dalla Vecchia: “Tu hai iniziato a lavorare con una paga anche importante. Quando sei diventato operaio, all’incirca quanto prendevi?”

Lando Arbizzani: “Tanto per dare un’unità di misura: nel ’60 mi sono licenziato dall’impresa che lavorava dentro al petrolchimico e sono andato con la Saipem come operaio specializzato. Con la Saipem, io prendevo il doppio di quello che guadagnava mio padre infermiere alla Montedison.

Lui andava a casa con 60-65, io con 120mila lire al mese. Perché mi pagavano anche la presenza, non so che significato avesse, ma era una retribuzione molto ricca. Quando poi sono tornato in Montedison, mi sono trovato di nuovo 60mila lire e la cifra è aumentata con i vari passaggi di carriera”.

“Il mondo operaio è stato importante perché mi ha dato la pratica”

Paolo Dalla Vecchia: “Poi, però, diventi anche assistente tecnico. Quanto è stata importante la tua esperienza di apprendista operaio nell’assumere poi un ruolo di assistente tecnico di coordinamento, quindi nello svestirti dalla tuta e indossare un altro ruolo così importante?”

Lando Arbizzani: “È stato importantissimo, perché molti dei tecnici che avevano lo stesso incarico, assistenti, capi officina, uscivano dal Pacinotti con un’ottima preparazione tecnica, direi quasi rapportata a quello di un ingegnere di oggi. Però a loro mancava la pratica. Io, invece, non avevo la preparazione culturale-tecnica, che avevano loro, ma avevo una pratica enorme, perché avevo cominciato tanti anni prima a lavorare.

Quindi, del lavoro conoscevo tutti gli aspetti esecutivi. Questo mi ha portato ad essere uno dei quelli che venivano chiamati: dinosauri. Dinosauri perché eravamo persone che avevano raggiunto il massimo della loro carriera, superando a volte anche persone più qualificate, solo in funzione della loro enorme esperienza”.

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