Un fine settimana da Guinnes Dei Primati per la spiaggia di Bibione che ha ospitato dal 12 al 14 maggio la ventottesima edizione Beach Volley Marathon. In tre giorni sono stati disputati 11 mila incontri su 300 campi da gioco e soltanto un arenile vasto come quello di Bibione di ben 120mila metri quadrati poteva accogliere numeri simili.
Le parole di una giocatrice del campionato italiano Beach volley
Sara Breidenback: “Un evento come questo, l più grande maratona di beach volley è un evento pre stagione che prepara fisicamente e psicologicamente perchè le doti di adattabilità al terreno alle condizioni metereologiche e ad altre cose sono fondamentali per andare avanti, si testa il fiato, la forma fisica, la resistenza perchè poi non p solo sport, c’è anche contorno, gli spritz alla sera, tanta compagnia e divertimento. Questo significa preparare la stagione, ma iniziare anche con il sorriso e la giusta carica l’estate.”
Michela Lantignotti: “Per me la Marathon è fatica perchè giochi molti più set e partite rispetto ad un campionato normale, ma anche divertimento perchè è la chiave del torneo. Tutte e due le cose devono coesistere. Ci sono molte coppie valide, quindi è una preparazione ufficiale per i tornei estivi.”
Partecipazione dei para-atleti
La manifestazione da tradizione apre la stagione dello sport nella località balneare e tra le tremila squadre e i trentamila atleti, hanno giocato anche i para-atleti dell’unica tappa italiana del campionato internazionale di Beach Paravolley.
Davide Dalpane: ” Mi sto trovando davvero bene, è bello e divertente giocare con persone che hanno disabilità, farsi vedere dalla gente normale. Prima della nazionale, ero un giocatore di medio alto a Ravenna. Il mio sogno è sempre stato quello di essere in nazionale e poter portare questa maglia. Dopo l’incidente che ho fatto tre anni fa mi si è presentata quest’occasione veramente intrigante.”
Quattro le nazionali maschili in campo, due azzurre, una slovacca e l’altra polacca per contendersi il podio della categoria Strandhill.
Nello Calleja: “Con la categoria Strandhill riusciamo a fare l’inclusività vera e propria perchè abbiamo giocatori normodotati e con disabilità, maschi e femmine che giocano insieme senza nessun problema.”
Per la prima volta a livello nazionale è stata disputata anche la versione Sitting volley inclusivo, giocato da seduti, con squadre miste formate da persone con e senza disabilità.
Paolo Gamba: “Sono sitting perchè noi siamo seduti sulla sabbia, quindi, chi ha difficoltà di deambulazione con le gambe è più semplice perchè non fa difficoltà. Per esempio io ho un’amputazione alla gamba sinistra, con questa protesi in piedi faccio molta fatica a giocare Strandhill, invece seduto è molto più semplice. Riesco meglio di altri.”