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Dante Alighieri: poeta della contemporaneità

L'anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri volge al termine. Cerchiamo allora di tirare le somme sull'immensa mole di iniziative e lo facciamo col presidente del comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni della morte di dante alighieri, il professor Carlo Ossola

Come proposto dal Ministero della Cultura, il 2021 è stato l’anno di Dante Alighieri, nella ricorrenza dei 700 anni dalla sua morte. Il comitato nazionale per le celebrazioni di questo importante anniversario, è stato affidato ad uno dei più illustri italianisti, il professor Carlo Ossola, da sempre innamorato del sommo poeta. Nessuno, meglio di lui, può fare le prime riflessioni sulla quantità di iniziative che hanno spaziato in svariati settori: dall’arte alla scienza, in Italia e all’estero.

L’intervento di Carlo Ossola per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

È intervenuto Carlo Ossola, Presidente del Comitato Nazionale per i 700 anni della morte di Dante Alighieri. “Sono rimasto colpito dalla ricchezza delle proposte. Più di 500 domande di patrocinio e di aiuto che venivano da tutte le regioni d’Italia, dall’Europa e dall’America latina. È diventato davvero il poeta che potremmo chiamare “patrono d’Europa”.

“È il poeta della contemporaneità, non soltanto quella che vive che vive con grande drammatica coscienza Primo Levi, cioè colui che è recitato nel Canto di Ulisse, salva anche per un istante dalla tortura del lager. Lager che fu anche quello di Mandel’štam, grande interprete di Dante, ma soprattutto un poeta di avvenire, nel senso che Dante guarda continuamente a ciò che è sopra all’uomo”.

“Quando Virgilio prende il congedo da Dante, gli dice ‘per ch’io te sovra te corono e mitrio’. Dante fonda la modernità che esige dall’uomo di impegnare per divenire più grande dell’uomo. Quale impegno migliore di questo. Questo lascito consola perché c’è stata una partecipazione corale che ancora continua, perché il centenario di Dante ha patito le stesse restrizioni di quello di Leonardo e Raffaello”

“C’è una continuazione che speriamo diventi, non una celebrazione, ma una bella abitudine. Soprattutto che Dante continui il nostro privilegio, ma non ce ne accorgiamo, ad essere letto in tutti i 3 anni della scuola secondaria superiore. non a piccoli brani, non in parafrasi, ma nel testo autentico. È come avere una pietra preziosa ma indossare il surrogato. Mettere all’occhiello una pietra finta. Bisogna mettere la pietra vera”.

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