L’Unione Europea sembra accanirsi sull’Italia, imponendo entro 7 anni il balzo di due o più classi energetiche per tutto il patrimonio edilizio. Un obbligo che che rischia di essere il colpo di grazia per il paese con uno dei debiti pubblici più alti al mondo. La direttiva è insostenibile per la maggior parte degli italiani, dato che gli interessati all’intervento sono 9 milioni di edifici. La posizione emersa negli ambienti della destra ha raccolto in queste ore anche l’appoggio della CNA Veneto, associazione culturalmente vicina alla sinistra. L’appello è al Governo affinché avvii un operazione di contenimento.
Le parole del Segretario CNA Veneto, Matteo Ribon
Le parole del Segretario CNA Veneto, Matteo Ribon:
“E’ necessario capire bene cosa intendiamo per “transizione ecologica”. Non possiamo pensare che una direttiva immessa in un tempo così breve possa in 7 anni cambiare completamente il patrimonio edilizio di tutta l’Europa contemporaneamente.
Questo perché ogni paese ha le sue peculiarità e l’Italia non è sicuramente nelle condizioni di efficientare un così gran numero di edifici in così poco tempo”.
Il patrimonio edilizio italiano residenziale, sia dal punto di vista costruttivo, sia dal punto di vista storico e architettonico è assai vetusto, nella media ha più di 45 anni.
Le difficoltà per l’Italia
Rientrare nella classe energetica E ed entro il 2033 nella classe energetica D significa, anche ci fossero società edili e maestranze in quantità sufficienti per fronteggiare la mole di lavoro, aumentare straordinariamente la domanda nel mercati di materie prime per affrontare lavori importanti come il cappotto termico i prezzi schizzerebbero.
“Abbiamo già visto quanto difficile è stata la partita legata al Superbonus e tutte le difficoltà burocratiche che sono seguite in questo periodo. Non abbiamo ne la capacità dal punto di vista della filiera delle imprese sia dal punto di vista della forza economica dei proprietari di sostenere un così grande impatto.”
La direttiva che prevede un taglio dei consumi energetici del 25% entro il 2033 e addirittura alle emissioni zero entro il 2050 sembra un sogno destinato ad infrangersi contro la dura realtà.
“E’ per questo che chiediamo al Governo che ci sia un’operazione di contenimento nel tempo di questa direttiva e che si cerchi di ragionare tenendo conto anche delle specifiche di un patrimonio edilizio italiano molto legato ad aspetti storici; artistici e a piccoli centri”.
La CNA chiede un percorso di accompagnamento
La CNA chiede un percorso di accompagnamento, anche perchè ha aggiunto: ” si sta verificando quanto è già accaduto e sta accadendo sul tema delle auto elettriche.
Sulla ridefinizione del settore automotive entro il 2035, l’Italia ha aziende ancora legate ai motori a benzina, anche se su questo fronte proprio oggi Ursula Von Der Leyen ha annunciato che la commissione europea sta lavorando con gli USA per trovare una soluzione.
Ad esempio facendo sì che le aziende europee e le auto elettriche possano anch’esse beneficiare del programma di aiuti da 369 miliardi di dollari.
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