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CGIA di Mestre: il crollo dei fatturati e la nuova politica sui ristori

Il covid ha provocato un crollo dei fatturati nei ristoranti del 68%, il dato è nazionale e ora cambia la politica sui ristori da parte dal governo. Un intervento forse tardivo il fallimento per molti è una già una realtà

Andrea Vavolo della CGIA di Mestre ci è venuto a trovare per parlare del decreto ristori, intervenendo a riguardo delle nuove proposte che sono state avanzate per le aziende e per gli artigiani. GUARDA ANCHE: Faloppa: 35 milioni di danni tra gli esercenti causa Covid

Pronta una bozza per il decreto ristori

“Dalle notizie che abbiamo noi c’è già una bozza di decreto ristori sul quale stanno lavorando i tecnici del Ministero delle Finanze. É stato chiesto uno spostamento di bilancio pari a 32 miliardi di euro per cercare di reperire le risorse con le quali fare un ulteriore decreto ristori per cercare di dare continuità alle misure che salvaguardano le imprese” ha detto Vavolo della CGIA di Mestre

Dare i ristori a chi ha subito una perdita anche se è rimasto in attività

“In questo decreto si cerca anche un cambio di passo, cercando di superare alcune critiche che erano state mosse al governo. Ad esempio di evitare di agganciarsi unicamente ai codici Ateco, ovvero i codici che classificano le aziende, oppure di andare a vedere solo lo spostamento di aprile su aprile, cercando invece di andare a vedere la situazione di crisi complessiva subita dalle aziende”.

“Ecco quindi che l’orientamento sembrerebbe essere quello di andare a confrontare il fatturato totale dell’anno 2020 o gli ultimi sei mesi, per cercare di dare i ristori a chi effettivamente ha subito una perdita. Non necessariamente perché ha chiuso, ma perché fa parte di una filiera che è particolarmente colpita dalla situazione di emergenza”.

“Per quanto riguarda il turismo a Venezia ad esempio, anche se si potesse tenere sempre aperto, c’è stato un calo fortissimo dei turisti, soprattutto stranieri per cui la città è deserta a prescindere. Si cerca quindi di ristorare quelle situazioni che hanno particolarmente sofferto la crisi”. Continua così Andrea Vavolo.

In Francia rimborsi pari al 70% dei costi fissi, In Italia si discute tra 30-50%

“In questo decreto quindi si parla di ancorare il ristoro a una percentuale dei costi fissi, quei costi cioè che un imprenditore deve coprire, affrontare. Anche se sta chiuso e non lavora. Si tratta di una linea di intervento che si pone in continuità con le indicazioni europee. In Francia ad esempio hanno dato un rimborso pari al 70% dei costi fissi”.

“Questa sembra essere la linea di tendenza. Si discute però ancora sull’ammontare della perdita, se siano cioè almeno un terzo o addirittura il 50%. Ovviamente si spera che sia un terzo perché diventerebbe allo stesso modo difficile per molti imprenditori”.

29 miliardi per le imprese sono troppo poco

“Noi come Cgia di Mestre avevamo fatto presente, nei mesi passati, che nonostante siano ingenti le risorse messe in campo dal governo, pari circa 110 miliardi, abbiamo quantificato in circa 29 miliardi quelle misure andate direttamente sulle imprese, come contributi a fondo perduto, crediti di imposta, esonero dal pagamento dell’IMU e questo è un fatto buono. Lo abbiamo rapportato però alla perdita di fatturato, stimata attorno ai 453 miliardi. I 29 miliardi quindi diventano solo un 7% del fatturato. In questa visione un aggancio ai costi fissi può essere senza dubbio un aiuto”.

Dal bonus chef al Cashback, tanti soldi sprecati

“Avevamo chiesto anche ulteriori cose, ad esempio l’abolizione del minimale INPS almeno per quest’anno. Il minimale INPS è una cifra di 3500 euro che gli artigiani e i commercianti devono comunque pagare anche se hanno un reddito molto basso. Ancora, abbiamo chiesto una riduzione della tassa sui rifiuti che, specie nella nostra città, per alcune attività, è molto elevata. Estendere l’esonero dal pagamento dell’IMU per il 2021, naturalmente ristorando i comuni in questo caso. Cercare in sintesi di evitare di sterilizzare per quanto possibile i costi fissi”.

“Gli ultimi dati che abbiamo fanno capire che in pancia all’Agenzia delle Entrate ci sono tanti crediti in riscossione. Crediti che non verranno mai riscossi per come vengono gestiti. In questo momento quindi, mandare cartelle alle aziende rischia solamente di aumentare l’arretrato. Forse questa strada dello slittamento dei termini non era la più giusta. Abbiamo visto l’ultima legge di bilancio che è stata un po’ deludente. In essa troviamo una miriade di bonus: dal bonus chef al contributo per l’acquisto degli occhiali, che forse potevano essere risparmiati per metterli sul sostegno alle imprese”.

“Anche riguardo al Cashback, vale 5 miliardi e forse questa risorsa poteva essere messa al sostegno delle imprese. La lotteria degli scontrini che parte fra poco, implica l’aggiornamento del registratore di cassa, con ulteriori incombenze che secondo noi poteva essere evitata”. Dichiara Andrea Vavolo.

Conte, alcune cose fatte bene ma ha fatto uno scivolone

“Conte si è trovato a fronteggiare, senza dubbio, una situazione di grossa emergenza e alcune cose sono state fatte bene. Dire però che è stato bravo, nel momento in cui c’è tanta gente che è in forte difficoltà, mi pare un po’ uno scivolone. Ho visto tanti soldi buttati, gli stessi 100 euro ai dipendenti pubblici li trovo sprecati, forse andavano messi al sostegno alle imprese”. Conclude così Andrea Vavolo del centro studi della CGIA di Mestre.

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