Salario minimo: a Venezia nel privato si lavora di meno e si guadagna di meno. È la notizia emersa da una ricerca della CGIA di Mestre che ha fatto discutere. L’associazione di categoria specifica come i dati siano condizionati dalla vocazione turistica del territorio.
I lavoratori stagionali
Le spiagge lungo la costa veneziana e il centro storico pullulano di lavoratori stagionali che vivono tutto l’anno con il denaro raccimolato in pochi mesi. Per questo nel 2021 i dipendenti del settore privato della provincia di Venezia hanno lavorato 7 giorni e mezzo in meno della media nazionale, e hanno percepito 3 euro lordi al giorno in meno.
Paolo Zabeo, Cgia di Mestre: “La conferma? Basta osservare il risultato di Rimini, una provincia che vive quasi solo di turismo balneare e registra infatti solo 199 giorni lavorati all’anno e una retribuzione giornaliera lorda di circa 80,5 euro. Dati nettamente inferiori rispetto a quelli riportati nel nostro territorio”.
Salario minimo: cosa tenere a mente
La ricerca è stata realizzata per comprendere meglio lo scenario in cui dovrebbe essere applicato il salario minimo. È evidente – continua la CGIA di Mestre – che il livello delle retribuzioni è oggettivamente basso.
Ma al salario minimo di 9 euro lordi l’ora dovrebbe essere aggiunto il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e le voci della retribuzione differita: indennità, trasferta, lavoro notturno, lavoro festivo, premi, scatti di anzianità, tredicesima e quattordicesima welfare aziendale. Se non si considera ciò la paga rimarrebbe bassa e diventerebbe una regola non più flessibile come è ora.
Gli apprendisti inoltre vanno esclusi. Sono 13 mila nel veneziano perchè in questo momento percepiscono 7 euro l’ora e gli imprenditori non avrebbero più convenienza ad assumere chi non ha esperienza se chi ce l’ha verrebbe pagato con lo stesso salario.
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