
Carnevale di Venezia 2019: torna il tradizionale taglio della testa al toro, un antico aneddoto celebrativo nel giorno di Giovedì Grasso dalle 14:00 alle 17:30 del 28 febbraio
La festa del Giovedì Grasso è strettamente legata alla storia della Serenissima e alla celebrazione delle sue vittorie.
A San Marco veniva allestita una macchina di legno per i fuochi d’artificio, mentre un corteo di membri della corporazione dei fabbri e di quella dei macellai trascinava tre buoi inghirlandati davanti al Doge. Questo tagliava loro la testa tra gli applausi e gli schiamazzi del pubblico.
Programma
- ore 15.00 prologo d’intrattenimento
- ore 15.30 partenza con il seguente itinerario: Campo S. Stefano, Campo San Maurizio, Calle Larga XXII Marzo. Nello svolgersi del percorso ci saranno dei momenti di spettacolo
- Ore 16.30 arrivo in Piazza S. Marco con grande spettacolo conclusivo
- Ospiti del Corteo della Compagnia l’Arte dei Mascareri:
Le Marie, che porteranno i 12 pani, Funkasin Street Band, I Tamburi della Scuola di Conegliano, Trampolieri, Scuola di Danza Grazia La Naia
Carnevale di Venezia in diretta su Televenezia
Grande novità per il Carnevale quest’anno sarà inoltre la diretta streaming realizzata grazie a Televenezia.
Realizzeremo infatti la diretta televisivadei principali eventi, in onda su Televenezia e Love in Venice, che saranno disponibili anche tramite streaming sui nostri portali social e sul sito (GUARDA LA DIRETTA).
Un rito antico
Questo rito ricorda un episodio del 1162: Ulrico, patriarca di Aquileia, approfittando della guerra che vedeva impegnati i veneziani contro padovani e ferraresi, costituì un’armata formata da feudatari della Carinzia e del Friuli per assalire la città di Grado (che faceva parte della metropoli ecclesiastica di Venezia); così facendo costrinse alla fuga il patriarca Enrico Dandolo.
La reazione del Doge
Il doge Vitale Michiel II reagì immediatamente all’oltraggio sbaragliando le forze di Ulrico, che fu catturato e portato prigioniero a Venezia.
Il riscatto
La Serenissima liberò Ulrico dopo il pagamento di un riscatto e, per ridicolizzare gli aquilani, ogni anno un toro e 12 maiali dovevano essere mandati a Palazzo Ducale dove si celebrava una festa in cui gli animali, simbolo dei vinti, venivano giustiziati.
Un rito seguitissimo
Il macabro rituale durò per secoli fino al tempo del doge Andrea Gritti (1523). Egli variò lo schema abolendo l’uccisione dei maiali e lasciando viva solo la tradizione del Taglio della testa del toro.
Un detto popolare
Tagliare la testa al toro divenne da allora anche un motto proverbiale: ‘significa togliere di mezzo gli ostacoli… finire risolutamente una questione; poiché con il taglio della testa del toro era posta fine ad ogni lotta e lo spettacolo, cui aveva assistito una moltitudine di popolo, era terminato’ da C. Musatti ‘Motti storici del popolo veneziano’ Il ‘Taglio della testa del toro’ viene ancor oggi ricordato con maschere e carri allegorici.
L’Associazione “Compagnia L’Arte dei Mascareri” organizza cura e promuove la quarta edizione della Ballata delle Maschere anche quest’anno in compagnia del Toro, i 12 pani e i 12 porci.
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