Il Fatto

Berlato: in ambiente antropizzato, liberare gli orsi diventa pericoloso

Dall'accettazione del "Life Ursus" alla situazione attuale: a "Il Fatto di Luigi Gandi" parla l'onorevole Sergio Berlato

Nuova puntata de “Il Fatto di Luigi Gandi” dal titolo “La nuova agenda 2030: focus su ambientalismo e animalismo”: lo sviluppo sostenibile, i grandi principi generali dell’ambiente della sostenibilità, lotta alla fame del mondo alla povertà e i grandi principi delle nazioni unite. Nel parliamo con Francesca Zaccariotto, assessore del comune di Venezia e l’onorevole Sergio Berlato.

Le parole dell’Onorevole Berlato

Si è parlato moltissimo della questione dell’orso che ha sbranato, purtroppo, quel ragazzo a Caldes.

Ho letto delle cose sui social, in internet, e poi la verità la conosco bene perchè sono andato personalmente a vedere come stanno le cose.

Nel luogo in cui l’orso ha sbranato quel ragazzo che stava correndo, come faceva ogni giorno che aveva del tempo libero, non in mezzo al bosco, ma lungo una strada bianca larga 4 metri, così come facevano tutte le altre persone su questa strada bianca che attraversava il bosco.

Life Ursus

Purtroppo lì in Trentino, per effetto di questa mentalità pazza, dei dementi per sfruttare milioni di euro di finanziamenti pubblici, sono andati ad attuare un progetto che si chiama “Life Ursus” che è costato milioni di euro.

Sono andati a comprare degli orsi  in Slovenia e li hanno portati in Trentino senza poi gestire queste popolazioni di orsi che si sono riprodotti.

Il progetto “Life Ursus” prevedeva una presenza massima di 40 orsi in tutto il Trentino e ce ne sono più di 200 ed è in continuo aumento perchè non hanno nemici naturali.

Vuol dire che in un ambiente fortemente antropizzato, un conto è liberare orsi e lupi in un parco dove non c’è neanche una persona come Yellowstone, un conto è liberare degli animali feroci che in certe situazioni diventano pericolosi.

Luigi Gandi. “Ma in genere l’orso non attacca l’uomo”

“Questo lo raccontano nelle favole perchè quello che è successo qualche settimana fa a nord di Trento, Caldes, è un evento mortale, ma che segue una serie di altre aggressioni che sono state fatte, nove in quell’area di persone che sono uscite vive per il rotto della cuffia da queste aggressioni da parte degli orsi.

È evidente, in un ambiente così fortemente antropizzato dove ci sono cacciatori di funghi, cacciatori, villeggianti, chi va in mountain bike o trekking.”

GUARDA ANCHE: Orsi trentini nel Veneto? Zaia: “anche no, ma siamo solidali”

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