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Adico: basta telefonate molestie

Telefonate molestie: secondo Adico è un problema che assilla circa l’80 per cento dei veneziani. I consumatori sembrano pronti alla “guerra” contro i call center

C’è un fronte in cui l’iniziativa privata può diventare molesta come nel caso delle telefonate provenienti dai call center. L’Adico di Mestre riceve una ventina di denunce alla settimana da parte di consumatori che si sentono perseguitati e non sanno come rispondere.
Il problema è più vasto di quanto si possa calcolare: il marketing telefonico si è fatto sempre più aggressivo e quest’anno i consumatori, anche veneziani, sembrano pronti alla “guerra” contro call center e società che propongono contratti di energia elettrica, telefonia, gas a qualsiasi ora. Di giorno e di sera.

Un problema quello delle telefonate molestie che assilla circa l’80 per cento dei veneziani, dicono dall’Adico di Mestre. «Noi seguiamo circa 500 pratiche al mese che riguardano gli argomenti più diversi. Di queste, il 37% riguardano bollette e di questo pacchetto di casi, il 16 per cento è riconducibile alle telefonate commerciali. In generale fra i 500 casi mensili, l’8% è legato a pratiche commerciali scorrette: contratti stipulati via telefono senza il vero consenso della controparte, ma anche venditori porta a porta», segnalano dallo staff dell’ associazione presieduta da Carlo Garofolini.

Anche Adico sostiene l’iniziativa del quotidiano del gruppo Finegil “Il Tirreno” che ha avviato una inchiesta e una petizione per ottenere dal Parlamento una vera legge che tuteli i cittadini dalle telefonate moleste. Richiesti tre interventi a favore dei cittadini: un Registro unico delle opposizioni per numeri fissi e mobili; la revoca universale del consenso a ricevere telefonate commerciali, dal momento dell’iscrizione al Registro unico delle opposizioni; l’istituzione della responsabilità condivisa fra call center e committente delle chiamate, in caso di mancato rispetto della volontà dell’abbonato di non ricevere telefonate commerciali. 49.700 persone (a ieri) hanno firmato su “Change.org”. Altre 300 firme e si arriva a quota 50 mila.

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