Giro di falsi contratti in Veneto
Lo scopo era evitare che le aziende assumessero definitivamente gli addetti da impiegare nel carico e scarico del mercato agroalimentare di Padova MAAP. Inoltre, volevano evitare che tali aziende sostenessero spese fisse anche nei momenti in cui non c’era lavoro.
Le due aziende che assumevano erano nella Marca Trevigiana, mentre le 27 aziende committenti erano dislocate tra le province di Padova, Rovigo, Treviso e Venezia, di cui 23 attive presso il MAAP di Padova.
Le strategie per evitare le assunzioni definitive
La Guardia di Finanza di Treviso, attraverso verifiche fiscali, ha trovato i contratti di lavoro e ha avviato indagini sulla propria applicazione. Ha scoperto che i lavoratori, nel corso delle prestazioni, eseguivano gli ordini impartiti dagli stessi clienti finali delle società sottoposte a verifica. Questi ultimi decidevano il numero di dipendenti quotidianamente necessari, le mansioni da svolgere, gli orari e le modalità esecutive.
Emblematica la circostanza che, in alcuni casi, i committenti abbiano in prima persona proceduto ai colloqui nei confronti degli operai che le imprese appaltatrici dovevano assumere, imponendo loro anche specifiche clausole contrattuali ed erogando premi di produzione ad personam.
Non avevano, dunque, valore giuridico le fatture emesse dalla società trevigiane sia tra loro, per 8 milioni e mezzo, sia nei confronti delle committenti, per 18 milioni di euro, per un totale di 26 milioni di euro.
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