Paolo Dalla Vecchia: “La professione degli iscritti all’ordine si scontra spesso con tempi burocratici lunghi, con un mercato degli incarichi complesso, a fronte della richiesta di assunzione di responsabilità sempre più elevate, contrapposta a compensi anche sempre più ridotti. Ci puoi raccontare qualcosa sulle criticità di questa professione, anche dal punto di vista di un giovane che sta avviando da poco il suo studio professionale e che è interessato a capire come si può resistere, di fronte a tutte queste difficoltà?”
Consigli ai giovani
Valentina Fanti: “Le criticità le hai elencate molto bene tu, quindi non aggiungo altro. Un giovane per iniziare questa professione dovrebbe avere due caratteristiche fondamentali. Una è la testardaggine e la seconda è l’ottimismo. La testardaggine perché sono sempre di più i progetti che restano sulla carta rispetto a quelli che poi uno andrà a fare e l’ottimismo per la stessa identica ragione.
Quindi, bisogna avere davvero la testa dura e mettercela tutta. Poi, direi ai giovani che si devono unire, devono consorziarsi, perché da un lato l’epoca dell’Archistar è al suo tramonto. E per affrontare questo futuro così complesso c’è una necessità di unire le intelligenze e di far uscire l’intelligenza collettiva che è sicuramente più forte di quella di una singola persona.
La collaborazione con l’Ordine
E poi direi ai di venire a bussare all’Ordine degli Architetti, perché non abbiamo tanti giovani che si interessano all’Ordine e chiederei loro di collaborare con noi perché la nostra professione è sicuramente il mestiere più bello del mondo, ma per capirlo c’è bisogno di maestri. Insomma, fare rete e un apprendistato all’estero perché è un ottimo viatico per il futuro”.
GUARDA ANCHE: Roberto Beraldo: l’architetto costruisce valori sociali
