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Tamponi rapidi vanno a processo. Crisanti contro Rigoli

Lo scontro sui tamponi rapidi e la loro efficacia finirà davanti ad un tribunale. Sono stati rinviati a giudizio i dottori Roberto Rigoli e Patrizia Simionato dai giudici di Padova. Un sollievo ha dichiarato Rigoli, che così avrà modo di chiarire una vicenda dai contorni molto amara, anche perchè si gioca sulla salute pubblica

Rinviati a giudizio Roberto Rigoli e Patrizia Simionato e dunque andranno a processo l’ex primario dell’ospedale di Treviso e l’ex DG di Azienda Zero, ora DG dell’Ulss 5. Dovranno rispondere entrambi dell’accusa di falsità ideologica in atti pubblici commessa da pubblico ufficiale e turbativa nel procedimento di scelta del contraente. Il dottor Rigoli anche di depistaggio. Tutto è partito da una denuncia di Andrea Crisanti, professore di microbiologia dell’università di Padova e ora senatore del PD, secondo cui i tamponi rapidi antigenici per individuare il covid-19 dell’azienda Abbott non erano precisi.

I tamponi

Rigori ha dichiarato al Gazzettino che non vede l’ora che inizi il processo per venire ascoltato. La sua linea difensiva appoggia sul fatto che non era necessario fare uno studio scientifico su tamponi, visto che erano già certificati e regolarmente in commercio.

Secondo Crisanti si doveva invece investire sui tamponi molecolari acquistando più macchine per processare i campioni e isolare nel più breve tempo i contagiati.

Il parere di Giovanni Leoni

Sui pro e contro dei due tipi di tamponi ammesso che nel mercato si potesse trovare il materiale per scegliere su quali test investire, abbiamo chiesto un parere al presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia e vice nazionale Giovanni Leone.

Il dottor Giovanni Leoni non entra nel merito del marchio di tamponi rapidi scelti, materia di pertinenza della Magistratura.

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