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Oscar Miotti: il caso del bimbo autistico ucciso dal padre

Ansia, ipocondria per chi è chiuso in casa e depressione per le categorie a rischio sanitario soprattutto. Questo è il male oscuro che i medici devono combattere assieme al covid tra suicidi e parenti che prima di uccidersi sopprimono i loro cari. Ne parliamo con lo psicoterapeuta Oscar Miotti intervenuto nel caso del bimbo autistico ucciso dal padre a Castello di Godego

Oscar Miotti, psicologo psicoterapeuta, fa parte dell’ ordine  degli psicologi del veneto, ne è consigliere, e in passato fu vicepresidente. E’ specializzato nel trattamento di  traumi, intervenendo sulle emergenze.

Un esempio agghiacciante su cui è intervenuto Miotti è il caso Battaglia. Un padre che ha ucciso il figlio di due anni e mezzo a Castello di Godego a cui era stato diagnosticato un probabile autismo autistico.

L’intervento del Dott. Oscar Miotti

Il Dott. Oscar Miotti è intervenuto sulla madre e sui sanitari, che quando accadono queste casi, rimangono scottati.

E’ il caso di un papà che vuole bene al proprio figlio, ma  preso da un momento di sconforto e non lucidità, lo uccide.  Questo caso, si può inserire nelle cause attribuite alla pandemia?

Il dottore è intervenuto su richiesta del pronto soccorso perché la mamma era  sul luogo al momento del fatto e c’era bisogno che fosse vista e accompagnata a ricevere una visita, con una nuova tecnica chiamata EMDR. Tecnica che si utilizza per eventi a forte impatto emotivo.

Conseguentemente il dottore è intervenuto anche sui sanitari che hanno vissuto sulla propria pelle delle immagini terrificanti.  Il personale sanitario non è mai stato affiancato a questo tipo di servizio psicologico. Sono categorie poco tutelate a livello psicologico, vanno aiutate quando vengono a contatto con scene violente, sconcertanti e agghiaccianti.. vigili del fuoco, infermieri, medici carabinieri..ecc

Infermiere medico e autista, in questo caso, è importante che avessero ricevuto un supporto.

Questo caso si inserisce nel dramma che stiamo vivendo tutti: le relazioni sono rarefatte, noi siamo degli  esseri sociali ma in questo momento non possiamo avere rapporti con gli altri, è il dramma della solitudine, mancano le certezze e non sappiamo quando avremo dei vaccini perché non abbiamo una certezza.

Anche i suicidi sono aumentati in questo periodo proprio soprattutto per gli imprenditori, che spesso non chiedono aiuto per orgoglio. Ma è importante chiederlo.

Com’è il metodo?

La terapia dell’EMDR consiste nella desensibilizzazione e nell’apprendimento attraverso i movimenti oculari.

Un’ immagine molto cruenta da tener presente e dove si sente il dolore,  si fa una stimolazione bilaterale del corpo mentre si pensa all’immagine violenta, e a ciò che lo ha preoccupato di più. Ciò permette di abbassare il livello di attivazione, in modo che la persona ritorni alla sua vita.. a volte basta anche solo una seduta. Non si cancella l’evento, ma si abbassa l’attivazione che provoca quell’evento.

Ad esempio, durante la seconda ondata di Covid, si aveva la prassi di mettere  le salme dentro a sacchi di plastica. Alcuni infermieri riascoltando quel rumore di plastica hanno riattivato quel dolore provato.

La terapia più adatta è l’Emdr, risolvendo l’aspetto emotivo che ancora li disturbava.

E chi è a casa?

Ci sono servizi che si concentrano invece su chi è a casa e deve sostenere il peso di non poter uscire.

In piena pandemia il dott. Miotti, insieme al servizio EMDR Italia, ha attivato un servizio di ascolto per la popolazione. Essere in lockdown significa un aumento dell’ansia.

Con l’ULSS 2  si è attivato un percorso di presa in carico di operatori sanitari, e che sarà rivolta alla popolazione. Per chi veniva ricoverato in terapia intensiva, vedeva il proprio vicino di letto morire.

Per chi è a casa, invece, c’è bisogno di parlare. Quando c’è una preoccupazione, è importante parlarne con qualcuno di esperto che ci può aiutare nelle nostre paure così che possa sgonfiarle, rimettendo al suo posto l’ansia. Ed è  importante fare prevenzione.

Quali sono i segnali?

La difficoltà di sonno, non riuscirsi mai a rilassarsi, difficoltà a mangiare, ritiro sociale, paura del futuro e non volersi alzare la mattina, che possono essere anche sintomi di depressione.

Tra le adolescenti sono frequenti ora gli attacchi di panico o disturbi alimentari. Tra i maschi c’è un aumento della violenza.

E’ importante ricordare che c’è la possibilità anche di avere sostegno psicologico con difficoltà economiche.

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