Cultura e Spettacolo

La Moretta: la maschera muta della seduzione

La maschera simbolo delle donne nel carnevale veneziano

In preparazione al carnevale, analizziamo la storia di una delle maschere più rappresentative della festa veneziana: la moretta. Insieme alla bauta, si tratta di una delle maschere più celebri e popolari. Simbolo del mistero e della fascinazione delle donne veneziane.

L’origine della maschera

Il nome della maschera si deve probabilmente rintracciare nella parola “moro”, che in dialetto veneziano significava scuro, nero. Il termine è sicuramente associato al colore scuro del velluto che ricopriva la maschera. Il suo colore faceva risaltare la carnagione bianca e i capelli ramati delle veneziane, che amavano tingerseli di questa tonalità.

Sebbene sia una delle maschere più popolari delle festa, la sua origine non si colloca a Venezia ma in Francia. La maschera veniva indossata esclusivamente dalle donne e divenne molto comune tra queste tra il XVII e il XVIII secolo.

La Moretta

La moretta era una piccola maschera in velluto nero. La cosa più curiosa di questo travestimento era che non fosse dotata di bocca: non permetteva di proferire alcuna parola. Veniva infatti tenuta aderente al viso senza l’uso di lacci ma mordendo un bottone al suo interno. Da questa peculiarità ha origine il suo secondo nome: la muta.

La moretta o muta divenne molto popolare proprio per questo suo aspetto. Veniva utilizzata dalle donne per rendersi più affascinanti e aumentare l’alone di mistero. Se il viso era coperto, allo stesso tempo non lo era il mresto del corpo: la moda dell’epoca prevedeva infatti un ampio scollo, comunemente detto “alla veneziana”, velato e che lasciava intravedere la forma del seno.

L’oggetto del desiderio

La moretta aveva una funzione del tutto originale e diverse da quelle di altre maschere. Era considerata una degli strumenti per eccellenza del complicato gioco della seduzione in stile veneziano.

Il travestimento offerto rendeva infatti estremamente seducenti e desiderabili, e quando la dama decideva di rimuovere la moretta offriva, oltre al proprio viso, anche il suono della propria voce. Ovviamente la dama stessa aveva il potere di decidere per quanto rimanere anonima e rispondere o meno alle avance del corteggiatore.

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