Venezia Cambia

Matteo Masat: fondamentale mantenere la cultura artigianale

Matteo Masat, "L'artigiano rende la vita oltre che più bella e culturalmente elevata, anche più facile, ti risolve il problema."

Matteo Masat l’artigianato per riappropriarsi di nuovi lavori e tradizioni importanti e secolari, per mantenere viva Venezia ed i suoi cittadini.

Matteo Masat “perdere l’artigianato è perdere cultura”

Paolo Dalla Vecchia: “è importante questa sottolineatura, su una storia millenaria, che potrebbe trovare delle carte vincenti e nuove tecnologie che sempre più attirano anche le nuove generazioni. Che sempre più possono tornare ad appropriarsi di nuovi lavori e tradizioni importanti e secolari. Come la lavorazione della carta artistica, del marmo, della pietra, delle pelli, del legno, del vetro ecc. Tutte queste realtà sono inserite nel territorio del centro storico e della periferia, cosa ci puoi dire?”

Matteo Masat: “Ne hai citate molte, in un bellissimo elenco che mi fa amare Venezia ancora di più. Ne stiamo perdendo, i numeri sono aggressivi e brutti. Ricordo sempre che, un artigiano che opera a Venezia, vive anche la città. Siamo l’unico comparto che anche abita la città, per oltre due terzi, la città è abitata da artigiani. Per tanto riportare l’artigianato a Venezia significa anche ripopolare la città, rendere la città più vivibile, più a misura d’uomo.

L’artigiano rende la vita oltre che più bella e culturalmente elevata, anche più facile, ti risolve il problema. L’obbiettivo è anche quello quindi di ripopolare Venezia, mantenendone identità e caratteristiche tramite la figura dell’artigiano”.

Risanare e reindirizzare

“Il turista oggi non è ancora culturalmente educato ed istruito, purtroppo per lui comprare la maschera in plastica, made in China, o quella fatta a mano davanti ai propri occhi, in carta pesta, poco cambia. Ricordo che a metà ‘700 la Serenissima si accorse che la città si stava perdendo culturalmente, facendo una ricerca sui propri artigiani e tramite questa cercando di non perdere un livello culturale che si stava perdendo.

Attraverso i numeri si può risanare e reindirizzare soprattutto il settore e determinati comparti che sarebbe un delitto perdere e che comprometterebbero la città culturalmente. Tutto ciò partendo dalla rieducazione del visitatore e dall’incentivazione all’artigianato”.

GUARDA ANCHE: Matteo Masat: artigianato e nuove tecnologie

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