La Voce della Città Metropolitana

Ivano Tonoli: raccolta firme per una svolta

Il Covid da quasi due anni e l'elezione del Presidente della Repubblica da qualche settimana sono gli argomenti che hanno cannibalizzato i media in questi mesi e i segnali di stanchezza nell'opinione pubblica per il dibattito monocorde cominciano ad essere forti. Emerge soprattutto uno scollamento tra la gente comune e la politica. Ne parliamo con un movimento che da gennaio avvierà una raccolta firme nazionale con lo scopo di recuperare i delusi.

Siamo in collegamento con Ivano Tonoli, presidente dell’Unione Cattolica. Un partito di cui ci siamo occupati anche negli anni scorsi. In questi giorni ha deciso di fare un’altra cosa. Vi avviso subito, parliamo di proporzionale e di maggioritario. Uno dice oddio che noia, aspettate prima di cambiare canale. Perché partiamo invece dalla notizia che è l’astensione dalle ultime elezioni amministrative. Pare che 6 persone su 10 non siamo andate a votare in alcune zone d’Italia. Questa è un po’ la media, però insomma dal 40 al 44% delle astensioni le hanno registrate Roma, Trieste e Milano. Davvero c’è qualcosa che non funziona.

Notizia di oggi Feltri ha detto: “Non vendiamo più giornali. Quando parlano di politica la gente si annoia, non si riconosce più nelle persone che ha eletto”. Ivano Tonoli è partito con una raccolta di firme per una legge che dovrebbe cambiare l’attuale Rosatellum. Dovrebbe dare completamente una nuova passione politica alle persone e spingerle a ritornare a votare.

Allora, Ivano Tonoli, grazie per questo collegamento. Spieghiamo velocemente perché è partita questa iniziativa.

“Buongiorno a tutti telespettatori. Sono onorato di questa opportunità. La vicenda politica è intersecata dalla necessità da parte dei grandi potentati di controllare l’informazione. Questa è la base di partenza negativa che mette a repentaglio la democrazia in Italia. Fondamentalmente avviene che i giornali sono di proprietà di gruppi che hanno interessi legati ai partiti. Questo non permette la possibilità alle nuove coalizioni di emergerne. Da un altro punto di vista, evidentemente sostanziandole, i parlamentari vengono decisi dai leader politici. I cittadini devono scegliere sulla base di questi partiti rappresentati dal loro leader. A loro volta i leader decidono esattamente i loro parlamentari”.

“Quindi c’è uno scollegamento totale tra il parlamento che è la rappresentazione soltanto dei leader politici. Rispetto a questo è chiaro che il proporzionale con le preferenze determina che io posso scegliere. Che lei può scegliere. Che i nostri telespettatori possono scegliere i loro candidati. Devono essere capaci, intelligenti. Aver dimostrato nella loro vita di aver aiutato, supportato le comunità in cui vivono. Questo è il presupposto per il quale io ritengo che siamo di fronte a una deviata democratica gravissima. Benito Mussolini quando è diventato Presidente del Consiglio ha dichiarato contro il Parlamento che avrebbe potuto trasformare quest’aula in un bivacco di manipoli. Purtroppo le aule parlamentari sono esattamente queste. Piccoli uomini, duci in miniatura, che in realtà decidono per noi le leggi. Da questo punto di vista l’orientamento politico e la gente a questo punto, ha perso la speranza” ha detto Ivano Tonoli.

Ecco, per questo va detto in questi giorni che i capogruppo, all’interno dei partiti che ci sono alla camera e al senato, non controllano nulla. Si è creato anche questo problema no? Tutti vanno per la loro strada e adesso che c’è questa cosa delle elezioni del Presidente della Repubblica, temono che ci saranno anche tanti franchi tiratori. Quindi arriviamo davvero a una situazione di ingovernabilità assoluta. Gente che non è stata scelta dalla gente.

“Scusa se ti interrompo da questo punto di vista ma è focale. Quindi noi abbiamo un altra categoria di politici. I traditori, trasformisti, i riformisti. Coloro i quali sono leali nei confronti dei loro padroni e coloro i quali invece decidono di crearsi i partiti politici e orientamenti diversi. Una vergogna. È chiaro che la politica, media impresa, i lavoratori e i pensionati non hanno le leggi e non c’è il rilancio dell’economia. 247.000 famiglie che hanno il 25% del patrimonio e della ricchezza in Italia.

Le televisioni, le emittenti locali, sono comandate. A questo punto dalla RAI e da Mediaset. L’informazione non esiste più. Questo diventa qualcosa di gravissimo in cui io da leader politico segretario dell’Unione Cattolica e Presidente della colazione di cattolici, vogliamo reagire per ridare la possibilità all’Italia di un rilancio morale, finanziario ed economico”.

Ecco in un momento in cui, in queste ore, in questi giorni, ci sono imprese che stanno chiudendo. Perché la corrente, l’energia elettrica costa troppo. Le famiglie che si ritrovano con delle bollette altissime e questa situazione di scollamento totale con il mondo politico.

“Esattamente. Le politiche devono essere legate alla piccola media impresa.  Non deve essere in contrapposizione con i lavoratori. Ci vogliono degli incentivi fortissimi. Il PNRR vuol dire anche che il 50% dei fondi deve essere garantito dalle regioni. Bisogna dare soldi all’impresa, alla piccola media impresa. Rilanciare la capacità dei consumi. In questo momento è evidente che gli interessi sono soltanto di orientare verso i grandi gruppi tanti lavori. Lavori pubblici legati al PNRR. Magari legati a delle cooperative inesistenti, alla mafia. Quindi la piccola media impresa veneta, ad esempio. Ma sarà cosi anche per quanto riguarda le regioni del Sud che hanno bisogno di distretti industriali veri e rilanciare l’economia” ha detto Ivano Tonoli..

“Si ritrovano senza soldi. 14 milioni di italiani che non possono accedere alle banche, ai finanziamenti. Sono lasciate praticamente morire. Quindi da questo punto di vista o rilanciamo la piccola media impresa e diamo la possibilità a loro di avere l’informazione. Di avere incentivi per assumere a tempo indeterminato. Altrimenti quest’Italia è in mano a poche famiglie che decidono per noi. Alcuni altri che decidono che qualche regione deve essere migliore rispetto all’altra. Delle politiche contro qualcosa.  Così si ottengono nella propaganda dei voti. Non funziona così. Quando dobbiamo reagire insieme intendo che deve tornare un sistema cattolico di centro, che abbia il 50% dei voti. Che decida argomento per argomento, tema per tema. Trovare soluzioni reali che possano rilanciare l’economia in Italia”.

Ecco e qui si inserisce anche quest’alleanza di Unione Cattolica o questo inserimento con il movimento dei moderati italiani. I nemici dicono: “Non siete altro che una nuova democrazia cristiana”. Gli amici dicono: “Ben venga che torni questo sistema”. Perché il proporzionale esisteva proprio quando c’era la DC. Poi via via i macrosistemi, il Mattarellum, il Porcellum, l’Italicum. Hanno mangiato via via fette di democrazia con il maggioritario. Quindi siamo tornati di nuovo ad essere a questa astensione della gente. Bisogna tornare al proporzionale. Ma è cosi negativo tornare ad essere i democristiani di un tempo Ivano?

“Dobbiamo tornare ad avere la dottrina sociale della Chiesa Cattolica come centralità del nostro orientamento.  Ritornare negli oratori. Rilanciare per chi è credente la fede, rilanciare i valori per tutti. Quindi demonizzare la Democrazia Cristiana è un errore comunque. L’applicazione non è stata egregia della DC. Non c’è stata la capacità di controllare a livello intermedio tutte le attività di un partito, potere. Si è creata la corruzione. Evidentemente fino al 1994 l’Italia era l’ottavo paese a livello di corruzione in Europa. Adesso è diventato il primo. Quindi chi è arrivato dopo non solo non ha applicato la dottrina sociale della chiesa cattolica, ma ha applicato esattamente il lobbismo. Aiutare i propri rappresentati politici, non il popolo. Agevolare la loro fama di notorietà.  Non aiutare le strutture che permettono poi un rilancio finanziario reale. Quindi le strutture esattoriali, la formazione, la capacità di dare specializzazioni. Da questo punto di vista la piccola media impresa si è ritrovata senza aiuti” ha detto Ivano Tonoli..

“Un disastro totale proprio perché al centro non ci sono i valori. C’è il mero interesse di quelle famiglie che vogliono comandare in Italia e tutti devono subire, come la vostra emittente. In generale come tutte le strutture che permettano il rilancio dal punto di vista dei fatturati, della capacità produttiva, della ricchezza. Sono praticamente succubi di un sistema di potere vergognoso che li attanaglia, li distrugge. Li fa soffocare dal punto di vista proprio delle attività. Quindi 10 fallimenti al giorno, 4 suicidi di imprenditori alla settimana, adesso basta.  Dobbiamo riprendere la capacità degli istituti di credito di dare sostegni in base ai progetti non soltanto in base alle capacità del rating bancario.

Dare sostegno con le strutture istituzionali, gli appoggi dell’Europa. Non facciamo in modo che 300 miliardi arrivano ai grossi gruppi, ma alle piccole medie imprese. Che si possano rilanciare nelle innovazioni, nella capacità di creare reddito, fatturato, posti di lavoro. Rilancio anche nel Veneto che è il motore, insieme alla Lombardia, dal punto di vista produttivo. Hanno bisogno di aiuti in questo momento e questo sostegno non prevede che le risorse possano arrivare alla piccola industria” ha detto Ivano Tonoli.

Quindi il volto vecchio positivo della DC è proprio questo. Partecipazione che invece è mancata. Ma il volto nuovo, ci sarà qualcosa di nuovo che si può fare rispetto alla DC che è un po’ implosa dopo Tangentopoli, e poi non si è più rispesa?

“Beh la verità è che il movimento deve nascere dal basso. Quindi il nostro elettorato è un elettorato che deve coprire il nord, il centro e il sud. Ma ci vuole naturalmente la capacità di creare una classe dirigente rispetto al concorso degli elettori. Ci devono essere uffici politici dappertutto. Partecipazione, scelta, controlli, comitati etici, una capacità di ricreare il bene comune, la dottrina sociale. Con la capacità territoriale di controllo delle attività. Quello che non è avvenuto nella democrazia cristiana. Soprattutto la condivisione di un progetto nel quale alla fine vincono i cittadini. Perché hanno un miglioramento sussidiario del proprio comune, del territorio. Per cui magari, degli ospedali zonali, tornare a rilanciare i negozi, distruggere la grande distribuzione che è una vergogna contro l’agricoltura, contro la logistica.

È una vergogna che dobbiamo acquistare al supermercato dei prodotti che vengono dall’estero. Dobbiamo rilanciare i negozi. Io voglio tornare nella capacità di vivere al città, il paesotto. In maniera assolutamente tale che c’è questa fratellanza degli oratori. Io credo che si debba tornare in quella concezione di vita, di comunità e di rispetto tra le persone”.

Beh che non è poi una tendenza del tutto antistorica. Anzi per niente, direi che con il Covid c’è un po’ la tendenza da parte di tutti i paesi di rinnegare un la globalizzazione. L’Italia ad esempio aveva de localizzato all’estero un sacco di cose e adesso invece, molti paesi, inclusa l’Italia stanno ricominciando a pensare di riportare in casa alcune produzioni. Non si può sperare di poter dipendere sempre dagli altri. Per certi aspetti non è assolutamente un modello antistorico questo da seguire. Ma andiamo alla legge Ivano, questa legge di cui state raccogliendo le firme, immagino che anche nel Veneto sia cominciata la raccolta.

“Inizia a gennaio in tutti gli uffici di cui avete tra l’alt il numero. È impressionante, 3000 strutture in grado di raccogliere le firme in tutta Italia. È un’iniziativa legislativa popolare, il che vuol dire che servono 50.000 mila firme. Noi pensiamo di raccoglierne 600.000 e nel momento in cui vengono raccolte, il parlamento, l’esecutivo e quant’altro, avranno 18 mesi per deliberare una legge per il proporzionale. Naturalmente con le preferenze quindi non le liste bloccate. Credo che in realtà il sistema è troppo vantaggioso per coloro i quali lo hanno creato. Ci sono sperperi per 500.000.000€ l’anno. Una situazione incredibile. Ci sono le situazioni di strutture parastatali, di nessun controllo delle spese. Nel campo sanitario abbiamo capito che non abbiamo neanche il diritto di essere curati. Il problema esistenziale in questo momento sono le vaccinazioni si e le vaccinazioni no”.

“È chiaro che Figliuolo, da generale e comandante qual è, ha fatto un lavoro meraviglioso. Le vaccinazioni aiuteranno ma io voglio essere curato, come tutti i cittadini italiani, immediatamente, ai primi sintomi. Ci deve essere un medico di base con una struttura in grado di reagire. Con delle cure farmacologiche immediate. Io voglio un protocollo, non voglio vedere Galli o la Gismondo dell’Ospedale Sacro ma voglio vedere Maurizio Viecca che è il cardiologo.  Siccome questa è una malattia che crea problematiche cardiovascolari che ha un protocollo. È stato provato in America di immediato intervento per proteggere a livello vascolare e respiratorio coloro i quali hanno delle problematiche. Io voglio essere curato immediatamente e questa medicina territoriale in Italia non esiste” ha detto Ivano Tonoli.

Bene Ivano, il nostro tempo è scaduto. Ricordiamo appunto che questa raccolta di firme inizierà a gennaio. Poi insomma lo verremo sicuramente a sapere dove chi vorrà potrà andare a firmare. Sappiamo benissimo l’iter difficile delle nostre leggi italiane. Abbiamo visto la legge del DDL ZAN com’è andata a vedere. Quindi insomma sarà anche divertente vedere gli sviluppi di questa legge. L’importante insomma è che qualcosa si muova. Grazie Ivano Tonoli e tanti auguri di buone feste. Ma soprattutto che sia un anno davvero interessante.

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