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Borse senza etichette dalla Cina: maxi sequestro a Fusina

I funzionari dell’ADM e la GdF hanno sottoposto a sequestro amministrativo 251.862 articoli di pelletteria

I funzionari dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) in servizio presso l’Ufficio delle Dogane di Venezia, congiuntamente alle Fiamme Gialle del II Gruppo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, hanno sottoposto a sequestro amministrativo 251.862 articoli di pelletteria (borse, portafogli e accessori da donna) pronti per essere commercializzati, pur in assenza delle prescritte indicazioni di tracciabilità e sicurezza previste dalla normativa nazionale a tutela dei consumatori.

Le borse senza etichetta

Nell’ambito dei controlli eseguiti presso il Terminal Commerciale di Fusina (VE) sui trailers sbarcati dalle motonavi di provenienza greca, dopo l’intensificazione degli scambi commerciali successivi alla lunga flessione del biennio di pandemia da Covid-19, i funzionari ADM e i militari della Guardia di Finanza hanno sottoposto a controllo un semirimorchio sospetto, contenente colli posizionati alla rinfusa.

All’interno hanno rinvenuto articoli made in China che presentavano gravi carenze nelle indicazioni minime obbligatorie per legge (composizione fibrosa del prodotto tessile, indicazione del soggetto importatore/distributore, indicazione in lingua italiana di informazioni, avvertenze, istruzioni per l’uso ed eliminazione).

Le indicazioni necessarie

Tali indicazioni sono obbligatoriamente previste dal Codice del consumo, che costituisce il principale strumento di regolazione del mercato in un’ottica di tutela del consumatore finale, in relazione alla legittima pretesa di sicurezza e qualità dei prodotti. La norma, infatti, stabilisce quali debbano essere le indicazioni minime e fondamentali da apporre in modo chiaramente visibile e leggibile sulle confezioni, sulle etichette o sulla documentazione illustrativa che accompagna i prodotti destinati alla vendita sul territorio nazionale.

Le sanzioni previste

Le irregolarità constatate sono state segnalate agli uffici competenti della Camera di Commercio per la successiva irrogazione delle previste sanzioni amministrative, ricomprese tra 9.000 e 60.000 euro, mentre sono al vaglio ulteriori approfondimenti anche di carattere fiscale.

Le attività della GdF e dell’Ufficio delle Dogane

L’attività condotta dalle Fiamme Gialle del II Gruppo Venezia e dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Venezia, a presidio degli spazi doganali del Porto lagunare, s’inserisce nel contesto di intensificazione dei controlli a salvaguardia della salute dell’utente finale nonché a contrasto della diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza e a garanzia di un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di libera concorrenza.

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