Perché esistano dei piani di pianificazione e di azione in caso di alluvioni è necessario che alle spalle ci sia un assetto istituzionale ben solido. Antonio Rusconi chiarisce perchè questo non è il caso italiano e perchè ci sia bisogno di aggiornare il nostro sistema.
Antonio Rusconi: “Bisogna cambiare il modo di approcciare in materia idraulica”
Paolo Dalla Vecchia: “Dobbiamo cambiare il modo di approcciare e progettare? Che messaggio manderesti alla politica che governa questa materia dell’idraulica e dell’assetto di questo territorio, alla luce della tua lunghissima esperienza professionale?”
Antonio Rusconi: “Direi che oggi uno dei problemi più importanti è la condivisione delle scelte che fa la pubblica amministrazione in materia di gestione del rischio di alluvioni. Con l’Europa abbiamo imparato, per esempio, che le decisioni devono essere prese alla gente.
L’importante tema della partecipazione
La partecipazione è stata introdotta nella realizzazione di questi piani, ma è ancora debole. Per questo motivo le scelte che vengono fatte non vengono sufficientemente accettate dalla comunità.
A questo concorre un fattore generazionale. Una scelta viene fatta una scelta con una certa partecipazione, ma dalla decisione alla realizzazione di questa passa così tanto tempo che cambiano i sindaci, gli assessori e le amministrazioni. Il risultato è che i giovani non sanno quello che i loro predecessori hanno contribuito a scegliere. Quindi anche i tempi necessari per realizzare quello che si decide vanno diluiti.
Aggiustamenti normativi
Il nostro codice dell’ambiente è del 2006. In questi anni è stato continuamente ritoccato, ed è una lettura in cui si capisce che è indispensabile una riforma legislativa nazionale in materia di gestione del suolo e delle acque.
Il Testo Unico dell’ambiente, il numero 152 del 2006, nella parte terza che riguarda l’acqua e la difesa del suolo va aggiornato radicalmente. Altrimenti dopo ogni disastro si continuerà ad applicare amministrazioni eccezionali e deroghe alle regole.
Il nostro paese non può andare avanti con regimi di straordinarietà, quindi dobbiamo lavorare sull’ordinario, questo è fondamentale. Questo ce lo dice continuamente la Corte dei conti, che ogni anno fa delle relazioni in cui denuncia il fatto che non possiamo governare solo con regime straordinario e commissariale. Tutto ciò esiste già, però va migliorato. Questo è fondamentale: una riforma legislativa che tenga conto di ciò che ci dice l’Europa”.
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