Una Voce Forte

TIM venduta a KKR: diventiamo più poveri?

"Una Voce Forte" esplora le controversie sulle privatizzazioni in Italia, analizzando la vendita di TIM a KKR e le divergenti opinioni di Lorenzo e Veronica

In questa puntata di “Una Voce Forte” il nostro conduttore Riccardo Cecconi ha intervistato due ospiti sul tema delle privatizzazioni da parte dello Stato. Un fatto di attualità che coinvolge noi tutti in quanto lo scorso 17 gennaio il Governo ha deciso la vendita della rete infrastrutturale TIM, Telecom Italia Mobile, al gruppo finanziario americano KKR (Kohlberg Kravis Roberts & Co.).

Golden power non sfruttata per tutelare un asset italiano

Il Governo ha in mente un intenso piano di privatizzazione per i prossimi tre anni. Si tratta di vendere parte del suo patrimonio immobiliare e infrastrutturale. Il fatto apripista risale al 17 gennaio 2024, con il via all’acquisizione di TIM da parte del colosso KKR. È un enorme gruppo finanziario con un patrimonio stimato di 500 miliardi di dollari, che realizza utili di 288 miliardi di dollari l’anno. Telecom Italia Mobile, invece, è un asset importantissimo del nostro Paese.

Il Governo ha autorizzato la vendita nonostante potesse esercitare il golden power. Per golden power si intende un’ingerenza da parte dello Stato all’interno di una transazione finanziaria nel momento in cui il bene che viene venduto risulta essere strategicamente importante per il Paese e se c’è un ragionevole sospetto che l’azienda che poi lo comprerà lo voglia smembrare. Questa cosa non è stata fatta ed è stato dato il via libera alla compravendita.

Un’opinione favorevole alla vendita della TIM

Il primo ospite è Lorenzo, un commerciale che lavora in area manager. Il suo è un parere favorevole alle privatizzazioni. Sostiene che questo piano del Governo possa portare a un mercato e a una concorrenza liberi. Ciò, a suo parere, porterebbe a un servizio migliore, con l’unico rischio di vedere i prezzi di beni e servizi aumentare.

Lorenzo conferma la sua opinione prendendo a esempio il caso ITA Airways, precedentemente Alitalia. Quest’ultima era una compagnia di bandiera che ha sempre mostrato difficoltà finanziarie ed è stata più volte salvata mediante contributi statali. Il nostro ospite afferma che se non fosse stata poi acquisita da una compagnia estera probabilmente questo servizio non esisterebbe più.

Un’opinione contraria

Di opinione completamente differente è la nostra seconda ospite, Veronica, un’educatrice. A suo parere il concetto di privatizzazione va a snaturare i concetti cardine del patrimonio statale di garanzia e di tutela dei cittadini. Veronica svela la sua paura di veder minacciato il suo potere d’acquisto, affermando che le privatizzazioni non hanno aumentato la qualità della vita dei cittadini.

Un’ulteriore timore dimostrato dalla nostra ospite è quello di vedere licenziamenti di massa e crescenti mancanze di tutela per i lavoratori. Pretende, inoltre, dai rappresentanti dei cittadini, maggiori capacità, competenze e garanzie per tutelare un bene che è di tutti.

Tra welfare e liberismo, la vendita del patrimonio divide i cittadini

Le posizioni su questo argomento sono agli antipodi: c’è un’anima un po’ più liberista del Paese che vede le privatizzazioni come una grande opportunità di gestione e di risparmio per lo Stato; un’altra anima che, invece, tende un po’ più ad avere a cuore il welfare, il patrimonio statale, che pensa che le privatizzazioni possano essere un coltello a due lame.

Proprio KKR ci ha dato un quadro di quest’ultima posizione, quando qualche anno fa ha acquisito la Magneti Marelli. Essendo la KKR un’azienda privata che deve contenere i costi e aumentare i guadagni, in visione di un bilancio non esattamente virtuoso, ha deciso di tagliare i costi, chiudendo lo stabilimento di Crevalcore della Magneti Marelli.

La vendita di TIM come apripista alle privatizzazioni

Per quanto riguarda NetCo, sono 20.000 i dipendenti che potrebbero rischiare in futuro il posto di lavoro. TIM, da quando nel 1997 ha cominciato il suo processo di privatizzazione, ha accumulato un bel po’ di debiti. Di conseguenza possiamo anche immaginare che KKR in futuro possa voler contenere i costi e massimizzare gli introiti.

Sappiamo che il Governo ha intrapreso questa campagna di privatizzazioni che mira a ottenere 20 miliardi di euro nei prossimi 3 anni. Di conseguenza verranno venduti tanti asset strategici per lo Stato, asset sani come ferrovie, Leonardo o Poste Italiane.

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