Il Fatto

Sistemare le case è una priorità: parla Gerardo Colamarco

"Se per sistemare le case ci vogliono 30-40-50 mila euro voglio capire come andremo ad aiutare i soggetti deboli". Parla il sindacalista Gerardo Colamarco

Entro il 2035 tutte le case degli italiani dovranno avere degli interventi costosi di contenimento di inquinamento o dispersione di calore o interventi sugli impianti elettrici, con la eliminazione dei carburanti fossili per il riscaldamento. Sarà un attacco alle case degli italiani?

Le parole del sindacalista Gerardo Colamarco: “Ma guardi, è vero che l’edilizia è trainante per tutta l’economia del paese ma io voglio dare un altro dato: noi abbiamo il 60% degli edifici del nostro paese che sono in classe F e in classe G. Io credo che noi dobbiamo guardare ai soggetti deboli di questa società che sono tanti. Si parlava prima dei pensionati”.

Sistemare le case

“Ma che cosa vuol dire? Che una persona anziana che ha fatto dei sacrifici per tutta la sua vita lavorativa, arrivata ad una certa età si trova in una casa che “potrebbe”, uso il condizionale, non essere più abitabile o addirittura non può essere più messa nel mercato perché se viene messa nel mercato ha una svalutazione enorme e dobbiamo riflettere su questo”.

“Il governo su questo si muove, batte un colpo. Non bastano soltanto le agevolazioni fiscali. Se per mettere a posto una piccola casa ci vogliono 30-40-50 mila euro voglio capire come andremo ad aiutare i soggetti deboli cioè dobbiamo preoccuparci, dicevo prima, ne abbiamo uno su tre”.

Discutere senza dare soluzioni

“Bene, sentiamo Paolo Ghiotti, se volete interloquire telefonate, mandate sms, stiamo più o meno ritarando quello che facevamo in un’altra emittente che era antenna 3, se vi ricordate. Stiamo portando questo modello anche qua per la libertà di interazione con voi senza filtri. C’è una telefonata”.

“Pronto? Buonasera, da dove chiama?”

“Io chiamo dal Lido di Venezia”.

“Bellissima località”.

“Prego”.

“Allora mi pare che stiate discutendo in continuazione senza dare delle soluzioni”.

“Bene, guardi, adesso le darà Paolo Ghiotti, il Presidente dell’Ance Veneto. Siamo qui per concretizzare evidentemente e dare delle soluzioni. Grazie per questo suo suggerimento”.

“Presidente, la gente a casa vuole soluzioni”.

L’eco sostenibilità come necessità inderogabile

Le parole di Paolo Ghiotti, Presidente dell’Ance Veneto: “Beh, non ho la bacchetta magica per risolvere i problemi enormi dell’edilizia, se la signora è un attimino più puntuale, potrei essere anch’io più preciso nel dare una risposta. Io penso che l’eco sostenibilità sia un qualcosa, non più un’esigenza ma una necessità inderogabile”.

“Dobbiamo sistemare le nostre case, non perché ce lo impone l’Unione Europea ma perché questo mondo con queste case non può più andare avanti. Sono cambiate molto le nostre abitudini, le nostre esigenze. La nostra società ha cambiato nel giro di pochissimo tempo il proprio vivere. Il covid ci ha fatto vedere quanto diversa sarebbe la casa che vorremmo rispetto a quello che abbiamo”.

“Diventiamo sempre più vecchi, sempre più multietnici. Il co-working, l’housing working, ecco sono tutte necessità che dovranno essere applicate nel prossimo futuro. E le soluzioni quali sono? Sono quelle di studiare delle case che siano sicuramente più attente per le esigenze che noi abbiamo mutato nel nostro tempo”.

La crisi 2008-2018

“Quindi, se fino ad adesso abbiamo costruito troppo, abbiamo costruito male è probabilmente anche per questo che quella grandissima crisi 2008-2018, la crisi poi è l’incapacità di saper leggere il futuro, è l’incapacità di vedere cosa succederà fra poco e non prevenire la crisi”.

“Ecco, beh, io credo che la soluzione passi attraverso la costruzione, per quello che mi compete ovviamente, attraverso costruzioni che siano da un punto di vista economico sicuramente più piccole e più attente alle nostre esigenze e che quindi il concetto della ristrutturazione, dove si può fare, debba essere una ristrutturazione di carattere sartoriale, molto attenta, molto puntuale alle esigenze”.

GUARDA ANCHE: Edilizia e riforma dell’Unione Europea: le case dei Veneziani?

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