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Rifiuti inquinanti: sequestro di 280 mila tonnellate

Indagini a Noale e maxi sequestro di rifiuti inquinanti. La direzione distrettuale antimafia ha coordinato un’indagine partendo dal sospetto che rifiuti inquinanti siano stati usati nel campo dell’edilizia

Rifiuti inquinanti non trattati e usati per l’edilizia. Questo l’impianto accusatorio che ha portato al sequestro di oltre 280.000 tonnellate (l’equivalente di 10.000 trasporti effettuati con autoarticolati) di rifiuti stoccati in due aree, a Noale (alla ditta Cosmo di via Mestrina) e in una cava del Comune di Paese.

La misura cautelare è stata decisa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Venezia al termine di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai militari della stazione carabinieri forestale di Mestre in collaborazione l’Arpav di Venezia. 

Secondo gli investigatori, l’azienda avrebbe miscelato il materiale contaminato (specie metalli pesanti, come rame, nichel, piombo e selenio) con altri rifiuti, per diluire gli inquinanti presenti e realizzare poi, con l’aggiunta di calce, leganti e cemento, aggregati da utilizzare nel campo dell’edilizia e nella realizzazione di sottofondazioni o rilevati stradali.

Ceduti a loro volta come materia prima. In alcuni casi, sui materiali prodotti è stata riscontrata anche la presenza di frammenti di cemento contenenti fibre di amianto. La quantità di materiale sequestrato equivale al carico di 10 mila trasporti effettuai con autoarticolati

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