Venezia Cambia

Il futuro della scenografia sono i giovani

Il pittore Paolino Libralato descrive la sua visione artistica e insiste sull'importanza dei giovani per mantenere viva l'arte della scenografia

In una recente intervista su Vanity Fair del 2021 della giornalista Germana Cabrelle, Libralato viene definito: “un piccolo demiurgo che, con un grande pennello, imita la realtà e definisce una nuova spazialità che dura solo il tempo di uno spettacolo”. Libralato porta avanti con grande passione l’arte della scenografia, ormai coltivata da pochissime persone.

La visione artistica di Libralato: voler dipingere la musica

Le parole del pittore: “Sto tentando ancora di portare avanti la pittura di scena per dare dignità a questa arte negletta, facendo forse una battaglia persa contro la nuova tecnologia imperante. Però io voglio assolutamente tentare, ancora una volta, di far vedere al pubblico la verità: un gesto dell’animo umano.”

“Come un cantante canta con la propria voce, un ballerino balla con le proprie gambe, io vorrei dipingere la musica. Vorrei che la pittura diventasse musica e la musica diventasse pittura. Questo si può fare solo in questo luogo che si chiama teatro, dove tutto ancora oggi è manuale. È un percorso per l’aumento dell’animo umano.”

I giovani sono centrali per portare avanti l’arte della scenografia nel futuro

“Mi auguro che il teatro resti ancora un dialogo della mente e del cuore umano. Per continuare questa tradizione non serve moltissimo. Io sto sempre cercando giovani. So che ci sono giovani stupendi, bravissimi, ragazze e ragazzi, che continuano a iscriversi alle accademie di scenografia. In Italia abbiamo dei buoni laboratori, come La Scala di Milano, il Teatro di Roma e, soprattutto anche adesso, il Teatro Massimo di Palermo.”

“Ho voluto tenere aperto questo fondale per i ragazzi di una scuola tecnica di Torino. I loro professori mi hanno chiesto una frequentazione di qualche ora nel mio laboratorio quest’estate. Stavo facendo una veramente un grossissimo lavoro con Alessandro Camera. Questa era un’opera, “Adelaide di Borgogna”, per il Rossini Opera Festival. Era una scena pazzesca, presa proprio da pittori di scena del ‘700 bolognese. Vennero a trovarmi facendo 600 km, io li accettai molto volentieri, perché queste cose le faccio per i giovani e per il futuro.”

“Quindi mi bastano 4/10 persone per tentare di tenere in piedi la scena dipinta a mano. È come uno strumento musicale che si suona: è un gesto del nostro cuore. Quindi mi auguro veramente che qualcuno possa raccogliere queste nostre follie.

Paolino Libralato, una breve biografia

Paolino Libralato è uno degli ultimi e più versatili interpreti della grande pittura scenografica italiana. Un pittore di scena di origini veneziane. Un Veneziano di campagna che, dalla piccola Noale, è poi entrato nei teatri più importanti con i registi e gli scenografi più celebri al mondo.

Il suo percorso è iniziato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, laureandosi in scenografia con il maestro Giovanni Soccol, architetto e scenografo. Paolino Libralato ha percorso una lunghissima gavetta, figlio di un operaio di Porto Marghera e di una mamma casalinga. Un pittore che ha sempre tenuto vivo il suo legame con la città di Venezia, portando i suoi fondali in tutti i teatri più prestigiosi del mondo insieme alle vedute di Canaletto.

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