Venezia Cambia

Paolino Libralato: l’ultimo pittore di scenografie

Paolino Libralato, pittore di fondali teatrali, racconta la sua infanzia a Noale e dell'insegnante che lo ispirò ad esplorare il mondo della pittura

Paolo Dalla Vecchia, in questa puntata di “Venezia Cambia”, intervista Paolino Libralato, uno degli ultimi pittori di fondali di teatro.

Tutta la vita del pittore è stata caratterizzata da una questione di vedute. Ha portato nei teatri di tutto il mondo la pittura scenografica, insieme anche ai segreti delle vedute di Canaletto.

Chi è Paolino Libralato

Libralato è nato a Noale nel 1958, si laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia per poi aprire una sua bottega a Treviso. Ha dipinto oltre 300 fondali per molti teatri del mondo ricevendo il titolo di Maestro d’Arte e Mestiere. Nel 2022 riceve il Premio Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico.

Le parole del pittore: “Da bambino disegnavo sempre, avevo un’attrazione incredibile per il segno, per la carta e per i primi acquarelli. A volte alle scuole elementari le maestre mi facevano fin troppo disegnare, a volte tralasciando persino gli aspetti culturali. Questi problemi si sono un po’ acuiti facendo poi le medie, dove ho continuato a disegnare tanto.”

L’infanzia e l’adolescenza del pittore

“Avevo la fortuna di abitare in un posto magico, a Noale. Sotto casa c’era un castello che permetteva di sognare. Noale è un centro storico e questa storicità del paesaggio mi appaga moltissimo. I miei primi approcci en plein air, da impressionista, avvenivano quando mi mettevo, con dei cavalletti raffazzonati da mio padre, a dipingere. Cercavo di raccogliere questi aspetti luminosi della mia cittadina, pur sapendo che a pochi km, lì vicino c’era un’altra città che era per me la grande magia e si chiamava Venezia.”

“Alle medie ad un certo punto andavo male, tanto che mi bocciarono. Successe che, cambiando i professori, c’era una nuova insegnante veneziana che mi stava molto dietro. Aveva capito che avevo ancora qualche nocciolo da scoprire e infatti si confidò con il professore di disegno chiedendogli cosa avrebbe dovuto fare con me perchè la materia non era prettamente sufficiente. Il professore propose di farmi fare un compito in classe sulla pittura per vedere cosa sarebbe successo. Parlando con l’insegnante poi venne fuori che avevo preso 8 perchè avevo parlato di come dipingere un giorno di nebbia.

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