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Progetto Cernobyl: cure gratuite per i bambini esposti alla radiazioni

L'estate è anche l'occasione per grandi opere umanitarie come quella che si affronta da anni nel Basso Piave accogliendo i bambini esposti alle radiazioni sprigionate dal terribile incidente di Cernobyl

L’associazione si occupa da anni dell’accoglienza – nel mese di luglio – di bambini tra i 9 ed 11 anni, provenienti dalle zone colpite dal disastro nucleare del 26 aprile 1986. In particolare dalla Bielorussia, a pochi chilometri dalla zona tutt’ora interdetta.

Il progetto

A più di trent’anni di distanza dall’incidente, i rischi sanitari per le popolazioni più vicine al luogo dell’esplosione sono ancora molto alti e dipendono, in particolare, dalla continua assunzione di cibo contaminato.

Purtroppo sono proprio i bambini ad essere esposti al rischio più immediato: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riscontrato, infatti, un aumento esponenziale di tumori tiroidei nella popolazione infantile e il principale rimedio è quello di allontanare periodicamente i bambini dalle zone contaminate.

Respirare aria pulita e mangiare cibi sani li aiuta a recuperare le difese immunitarie, aumentando considerevolmente la loro speranza di vita.

Sono questi i motivi per cui l’Associazione “Progetto Cernobyl del Basso Piave” ha scelto di occuparsi dei bambini che vivono nella zona contaminata, portando avanti, ormai da molti anni, una grande iniziativa umanitaria: ospitare in Italia, per un mese, una decina di bambini.

Anche solo un mese di soggiorno nel nostro Paese garantisce a ogni bambino l’opportunità di diminuire sensibilmente il livello di radioattività presente nel suo organismo.

L’associazione

L’Associazione, nel corso di tutto l’anno, si adopera per preparare il soggiorno dei bambini bielorussi predisponendo tutta la documentazione necessaria, individuando le famiglie disponibili all’accoglienza e preparandole con alcuni incontri durante i quali si apprendono le abitudini quotidiane dei bambini e i vocaboli di base per comunicare nella loro lingua.

Con l’Associazione collaborano le Amministrazioni dei Comuni del Basso Piave, varie Associazioni e Ditte locali, le Parrocchie, la Casa di cura Rizzola che ogni anno visita gratuitamente tutti i ragazzi che arrivano e tante altre persone.

È grazie all’aiuto di ciascuno di loro che il “Progetto Cernobyl” può essere realizzato offrendo ai bambini bielorussi un soggiorno sereno, piacevole, divertente, ricco di momenti indimenticabili, ma soprattutto vitale dal punto di vista sanitario.

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