Tensioni tra i pescatori dei di Chioggia, ramponi pescano oltre le 3 miglia dalla costa o dove l’acqua è fonda. Cercano sogliole, seppie, canestrelli, capesante, merce di cui è calata la domanda dei mercati. Il calo della vita ha ridotto in generale la richiesta di pesce fresco.
La domanda di pesce
Gli operatori puntano tutti sulle feste di inizio anno, ma per il momento devono sostenere dei costi sempre più alti. Pensiamo soltanto al consumo di carburante. Il semplice uscire dal porto è già di per se una prima spesa, che unita a tutti i mezzi e la forza lavoro, finisce per esse troppo alta.
Sta diminuendo molto velocemente la richiesta di pesce, ed è così che calano anche i prezzi in tutto il territorio nazionale. La crisi accomuna tutto il settore in Italia, e a Chioggia, stiamo parlando di 200 addetti distribuiti in 34 barche.
Lunedì mattina gli equipaggi hanno chiesto un incontro al direttore del Mercato ittico all’ingrosso. Alle difficoltà contingenti del mercato si aggiungono le sanzioni inflitte dai carabinieri, guardia di finanza e capitaneria di porto. Durante i controlli periodici, facendo il loro mestiere, trovano partite di pesce di dubbia provenienza.
I costi per i lavoratori
La direzione del Mercato si è dichiarata disponibile per dedicare spazi, per evitare sanzioni sulle modalità d’immagazzinamento. Purtroppo per i lavoratori in questo ambito è estremamente difficile trovare adeguati spazi per immagazzinare adeguatamente il pesce fresco.
Vorrebbero anche aggiungere un accomodamento sui prezzi in attesa delle festività natalizie.
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