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Mazzaro, dobbiamo fermare il consumo di suolo

Proteggere il territorio: sfida contro la proliferazione dei capannoni e la concentrazione dei poli logistici

Il Consiglio regionale ha presentato un libro sulle battaglie ambientalistiche nel Veneto, scritto da 40 autori diversi, che converge su un’unica idea: fermare il consumo di suolo. Renzo Mazzaro, riflette e critica la politica precedente che ha favorito la proliferazione di capannoni e la concentrazione di poli logistici, sacrificando il paesaggio. La vera resistenza oggi consiste infatti nel proteggere la terra per le future generazioni.

Le Strope: un simbolo di resistenza al consumo di suolo

Renzo Mazzaro: “In Consiglio regionale è stato presentato un libro sulle battaglie ambientalistiche nel Veneto. Il libro è scritto da 40 autori diversi e sembra un coro di voci miste. Queste persone sicuramente non hanno tutti le stesse idee però una la condividono totalmente: dire basta al consumo di suolo. Il titolo scelto è “Come le strope”.

Un titolo che può apparire misterioso a chi non sa cosa sono le strope. Quest’ultime non sono altro che i rami del salice viminale che a differenza del salice piangente ha i rami che vanno verso l’alto. Questa pianta veniva di solito posizionata lungo i fossati per delimitare i campi. I rami del salice, detti “stropei” venivano usati per legare i tralci delle viti quando a febbraio quest’ultime venivano potate.”

“Ricordo questo gesto antico di mio nonno che arrivava e che prima potava il tralcio e poi con lo stropeo faceva due giri, in seguito lo torceva e infilava il capo dentro alla stretta. Questo nodo reggeva per più anni, in quanto la caratteristica dei rami del salice viminale è che si possono torcere ma non si rompono.”

“Questa mi sembra l’immagine perfetta della resistenza che dovremmo porre tutti noi al consumo di suolo. Ne abbiamo già sprecato moltissimo poco dopo la fine della guerra quando bisognava uscire dalla fame e dalla povertà. Sono nati poi i capannoni e i laboratori vicino a casa e di capannone in capannone abbiamo lastricato tutto nel Veneto.”

Grandi società e poli logistici, un massacro per il territorio

“Continuiamo a farlo. Una classe politica di gente che non sapeva decidere ci ha spiegato che quello era il modello Veneto, il policentrismo veneto.  In realtà tutti potevano fare quello che volevano e continuiamo a farlo.”

“Adesso noi possiamo ordinare per esempio al computer, in internet, ordinare un prodotto che ci arriva direttamente a casa. Amazon, i grandi supermercati e le catene di distribuzione hanno bisogno di capannoni per stivare la roba. Nel Veneto ne abbiamo 11.000 mila, contati da Confindustria Veneto che sono vuoti e agibili. Questi però non vanno bene in quanto queste grandi società li vogliono concentrati tutti in uno stesso posto. Questo ha dato il via di nuovo al massacro del territorio per insediare i poli logistici.”

“La vera resistenza oggi si fa resistendo a questa idea folle di massacrare di nuovo il territorio. Dobbiamo difendere la terra che lasceremo ai nostri nipoti.”

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