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Falegnameria acquista 5000 mc di faggio

Niente sciacallaggio almeno per il legno di faggio del Cansiglio. Una falegnameria di Codroipo si è fatta avanti per acquistarlo tutto a prezzo di mercato, ma chiede l’aiuto dei consumatori

E’ una corsa contro il tempo per raccogliere il legname sui boschi devastati dal vento che soffiava a 200 chilometri orari e c’è un’impresa che si è fatta avanti per acquistare tutti i faggi abbattuti dal maltempo senza lucrare sul crollo dei prezzi del legname.

Patrizio dei Tos è il titolare del gruppo Itlas di Cordignano: 300 addetti e 500 milioni di fatturato, ama il Cansiglio e ha accettato di collaborare con Veneto Agricoltura per evitare che i boschi distrutti possano essere oggetto di sciacallaggio.

L’azienda ha messo a disposizione i suoi piazzali, i magazzini e gli stabilimenti per stoccare i 5000 metri cubi di faggio che dieci imprese boschive stanno recuperando, legname che smaltirà in cinque anni. Si è impegnata ad acquistare il legname a 120 euro al metro cubo, un grande investimento se si considera che lo stabilimento ha un fabbisogno di 500 metri cubi l’anno e per quest’anno si era già rifornita.

L’abete rosso tanto caro agli artigiani che costruiscono gli strumenti musicali invece troverà altre destinazioni e stiamo parlando di una quantità superiore di cinque volta tanto, ossia 25mila metri cubi di legname. Si tratta di legno troppo tenero per le lavorazioni dell’impresa di Cordignano che produce pavimenti e rivestimenti.

Patrizio dei Tos ha previsto che dovrà accelerare i ritmi di produzione, ma ha anche aggiunto di sperare in una campagna che sensibilizza la clientela ad acquistare gli assi del Cansiglio, listoni a tre strati, lavorati in maniera artigianale e trattati con vernici e colle ecologiche.

Ogni area boschiva, ha aggiunto l’imprenditore, può rappresentare un’opportunità sia per i produttori che per i consumatori educandoli a scegliere il marchio italiano anziché estero. L’accelerazioni dei tempi di lavorazione però non riguarda soltanto gli stabilimenti. In questo momento le ruspe stanno lavorando a ritmo serrato per raccogliere il legname al massimo entro quattro mesi, altrimenti tenderà ad annerirsi e a diventare inutilizzabile. C’è inoltre il rischio che venga aggredito dai parassiti.

Si parla del rischio di infezione del 25% del patrimonio boschivo se i tronchi dovessero essere lasciati lì a marcire.

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