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Elena Donazzan si scusa per aver cantato ‘Faccetta nera’

Elena Donazzan, assessore all'istruzione, è finita al centro della polemica per aver cantato "faccetta nera", canzone fascista.

Elena Donazzan nel mirino della sinistra. Ha cantato “Faccetta nera” in una trasmissione televisiva dal carattere satirico ed è stata persino minacciata di morte. Luca Zaia ha detto deve scusarsi.

L’assessora Elena Donazzan nella bufera

L’assessora ha intonato un brano di “Faccetta nera”, un inno del fascismo durante la trasmissione “la zanzara” che fa informazione attraverso la satira. Ha detto di aver voluto ricordare il passato coloniale e la guerra espansionistica in Africa davanti all’alzata di scudi della CGIL e dell’ANPI. Ai due organismi la spiegazione non è bastata. Il presidente dell’ANPI Veneto Diego Collovini critica il paragone tra “Bella Ciao”, canzone che lui ritiene di libertà e democrazia, e “Faccetta nera”, che secondo Donazzan raccontano “due storie diverse, ma entrambe italiane”. Quel confronto, secondo Collovini, denigra tutta la resistenza.

Chieste le dimissioni per l’assessora

La Cgil del veneto è andata oltre, chiedendo le dimissioni dell’assessora. “Coerenza vorrebbe che se hai giurato fedeltà alla Repubblica Italiana ed alle sue libere istituzioni, osservandone la Costituzione e le leggi, non puoi al tempo stesso dichiararti orgogliosamente fedele a quei valori che continuano a negare la Costituzione”. Dichiara l’organizzazione sindacale.

Alla richiesta di dimissione qualcuno ha aggiunto anche la richiesta di un intervento della magistratura per l’ipotesi di reato di apologia del fascismo. Lei ha contestualizzato l’episodio spiegando che il suo intervento riguardava la polemica sulla pasta Molisana e sulla Abissine e si è dichiarata dispiaciuta più per i toni che per i contenuti degli attacchi. Su facebook sul profilo di un certo Luke Dred è scritto “qualcuno abbiamo dimenticato di appenderlo”. Una minaccia di morte.

Luca Zaia invece ha detto: “Deve scusarsi” e le scuse dell’assessora sono poi arrivate, anche se la Donazzan ha chiosato “è stato tutto un caso montato dalla sinistra”.

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