Stanno Facendo un 48

DAD: cosa si può salvare di questo metodo di didattica

Il rapporto con la DAD si è sviluppato con modalità differenti ma nonostante l'impatto sulla preparazione, qualcosa è sicuramente da salvare

La Dad, didattica a distanza: questo è l’argomento della seconda puntata di “Stanno Facendo un ’48″, trasmissione condotta da Patrizio Baroni. Abbiamo intervistato la professoressa Ilaria Rossetton, insegnante di Inglese e Francese presso l’Istituto Comprensivo Toniatti di Portogruaro. E’ riuscita a evidenziare alcuni dei temi sul perché la Dad potrebbe essere salvata.

Il rapporto con la DAD

La prima domanda che le abbiamo posto riguarda lo sviluppo del rapporto con la DAD e cosa si può ottenere nel futuro da questo. “Sicuramente rispetto alla prima fase ci sono stati problemi diversi. Si è passati da quelli che erano problemi più che altro organizzativi nel gestire le lezioni, organizzare i tempi e le attività, a quella che è una cosa un po’ più sperimentale.

Nel senso che, si è capito che il digitale non solo può essere lo spazio dove avviene l’apprendimento ma è, al momento, anche l’unico spazio dove deve avvenire. Si sta quindi superando l’idea che la didattica digitale sia solo un “tamponare” ma acquisirà sicuramente un ruolo sempre più primario.”

“Sicuramente le cose da salvare sono molte. Da un lato il rapporto uno a uno che si riesce a creare tra il docente e lo studente/la studentessa perché i feedback sono sempre individuali. D’altro canto anche il ruolo più attivo nell’apprendimento sia dello studente, il quale deve essere responsabile del proprio lavoro, ma anche della famiglia.

Questa infatti va a collaborare in modo molto più importante rispetto alla didattica in presenza con il docente. Soprattutto per quello che riguarda il monitoraggio dei ragazzi e delle ragazze e del modo in cui svolgono il loro lavoro.” Continua l’insegnante dell’IC Toniatti. GUARDA ANCHE: DAD: gli aspetti positivi e negativi

Influenza sulla preparazione degli studenti

Per quanto riguarda invece l’influenza della DAD sulla preparazione nei ragazzi, la professoressa ha condiviso la sua opinione, regalandoci anche una speranza per il futuro. “Sicuramente un impatto ci sarà, è inevitabile. E’ anche inutile pretendere che, con la didattica a distanza, si riescano ad affrontare le stesse quantità di contenuti che si affrontano in presenza.

Il digitale in generale quindi va un po’ a privilegiare quella che è la qualità dell’apprendimento, rispetto alla quantità. Tuttavia non bisogna vedere tutto questo come una cosa necessariamente negativa.”

“L’importante è capire quali sono le priorità, quali sono i nuclei fondamentali da affrontare e concentrarsi su quelle che sono le competenze. Queste sono infatti una componente altrettanto importante insieme alle conoscenze, nell’apprendimento. Quindi è importante non soffermarsi solo sull’acquisizione di nozioni, ma anche sul fatto che i ragazzi riescano poi a rifletterci, a comprenderle e a rielaborarle.” Così conclude la professoressa Rossetton.

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