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CGIL: “Le donne più povere e ricattabili”

Nel servizio ci sono i dati elaborati dalla CGIL che rivelano cosa c'è dietro il gender pay gap, ossia il divario retributivo di genere

Le donne hanno contratti più precari e questo sembra non cambiare neanche con le nuove generazioni. I dati, seppur migliori al nord Europa, sono comunque allarmanti

Nella città metropolitana veneziana le donne lavorano meno degli uomini e in condizioni peggiori. Lo afferma la CGIL di Venezia, elaborando alcuni dati per misurare il gender gap, ossia il divario retributivo di genere. Sull’onda del dibattito se l’Italia sia o no un paese patriarcale, ne emerge un quadro triste.

Anche se, nei paesi del nord Europa, dove peraltro sono più numerosi i femminicidi, la differenza dei salari tra donne e uomini è ancora più marcata rispetto a quella italiana. C’è poco da consolarsi comunque; rimane la notizia che nel lavoro le donne hanno meno valore degli uomini anche in Italia.

Donne molto più precarie

L’analisi della CGIL in questa parte del Veneto non si ferma però all’ammontare del reddito, che è comunque di 10.000 euro in meno quello degli uomini. Ma scava anche nelle condizioni di lavoro e di vita sociale. Le donne hanno contratto di lavoro precari, part time o occupano ruoli professionali, poco qualificati. A Venezia, il contratto a tempo pieno riguarda oltre l’82% degli uomini e nemmeno il 50% delle donne.

Si tratta di un fenomeno che si registra in tutti i settori, anche in quelli dove le donne sono prevalenti come quello del turismo e del commercio. Ciò che più preoccupa è che questo divario non tende a ridursi tra le generazioni emergenti. I dati sulle nuove assunzioni del 2023 evidenziano come il lavoro femminile rimanga fortemente precario.

Bassi redditi comportano più violenze subite

La bassa retribuzione, va da sé, rende debole nei rapporti di forza in famiglia e spesso le violenze domestiche sono legate al controllo economico, che il compagno esercita sulla compagna. Al punto che la CGIL ha attinto ad un dato Ipsos, istituto internazionale di ricerche statistiche, secondo cui almeno una donna su due ha subito violenza economica almeno una volta nella vita.

“Serve” ha dichiarato Daniele Giordano, segretario generale della CGIL di Venezia “un cambiamento radicale di paradigma, in cui gli strumenti per valorizzare la qualità del lavoro e l’emergenza salariale vengano realmente messi al primo posto”.

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