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Caorle, pochi camerieri: mea culpa degli albergatori

Al PalaExpoMar di Caorle dibattiti sui cambiamenti nel settore turistico e alberghiero. Gli imprenditori riflettono su sfide e opportunità per il futuro

Manca personale nel mondo ricettivo in alberghi e ristoranti. Gli imprenditori del settore ora fanno mea culpa. “Avremmo dovuto cambiare il nostro modo di impostare il lavoro dopo i primi segnali registrati anni fa” ha dichiarato durante un convegno organizzato alla fiera dell’Alto Adriatico in corso al PalaExpoMar di Caorle il presidente di Federalberghi Veneto Massimiliamo Schiavon.

“Avremmo dovuto agire prima”: le parole del presidente di Federalberghi a Caorle

Massimiliano Schiavon dichiara a margine della Fiera dell’Alto Adriatico a Caorle: “Forse avremmo dovuto farlo anche prima se devo essere sincero. Nel senso che dobbiamo cercare di fare un’operazione che riesca di nuovo a attrarre i giovani nel nostro settore. Sono una risorsa importante. Poi abbiamo anche fenomeni dei quali bisogna prendere atto. C’è un calo demografico significativo nel nostro Paese, con una riduzione anche delle iscrizioni nelle scuole di formazione professionale. Ciò genera non pochi problemi agli imprenditori del nostro settore.”

“Quindi, un occhio andrà verso quelle che sono le politiche di welfare aziendale, ma un occhio dovrà essere posto anche nel poter attrarre del capitale umano proveniente da altri Paesi. E quindi formarlo in maniera significativa, tenendo conto che il nostro è un settore di relazione e quindi bisognerà conoscere alcune dinamiche di base che sono quelle legate alla sicurezza nel lavoro, ma anche sicurezza sanitaria che il Covid ci ha insegnato.”

Le fragilità e le forze del settore pre e post pandemia

Da tempo il lavoro del cameriere ha perso appeal perchè l’affitto di un alloggio in loco divora spesso mezzo salario e perchè si tratta di lavoro stagionale. È dunque un lavoro che rende fragile la sicurezza economica e lo si è visto durante la pandemia. Molti hanno lasciato il settore non appena l’economia è ripartita in cerca di qualcosa di più stabile. Per l’estate 2024 si ripresenterà la caccia al personale per mare e montagna, anche perchè stanno arrivando le prenotazioni e la stagione si preannuncia nascere sotto i migliori auspici.

Massimiliano Schiavon: “Affrontiamo un 2024 con un po’ di apprensione legata un po’ all’inflazione anche di mercati significativi, come quello tedesco che sicuramente ha un’economia che adesso non sta spingendo come è solito fare, come locomotiva dell’Europa.”

“Però devo dirvi che sui numeri che stiamo analizzando in questo momento usciamo da una stagione invernale molto positiva per le nostre montagne. E stanno iniziando le prenotazioni per le stagioni balneari delle nostre coste che, tutto sommato, al momento non danno segnali di grande preoccupazione.”

Il glamping, un nuovo trend che conferma l’ascesa del settore

Ancora meno preoccupazione aleggia nel settore del turismo en plain air, ossia nei campeggi, dove soprattutto dopo l’emergenza Covid è stato registrato un aumento di appassionati. Gli imprenditori del settori hanno colto la palla la balzo per investire e offrire strutture di qualità. Sta emergendo in particolare un settore di nicchia come il glamping, ossia il camping con strutture glam.

Alberto Grazotto, Falta-Federamping: ” I dati del 2022 già ci aveva confermato un completo recupero dei numeri pre-pandemia. Il 2023 ha ulteriormente confermato questo. Le prime previsioni del 2024 sono un’ulteriore conferma.”

“Quello che però è importante evidenziare è come il settore sta crescendo, al di là di quelli che sono i flussi in termini di presenze. E soprattutto come qualità del turismo che viene offerto. Quindi un acquisto importante, soprattutto dei fatturati e delle marginalità, a testimonianza dell’evoluzione della qualità dell’offerta turistica. Il glamping è un bellissimo modo di riassumere un trend che vede protagonisti tutte le strutture ricettive all’aria aperta.”

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