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Una nuova TAC più veloce per pazienti covid

La TAC più veloce di cui è dotata l'ULSS 4 è entrata in funzione in questi giorni. Una manna dal cielo in un momento in cui i sanitari sono sotto pressione. Un investimento da 500.000 euro.

È la TAC più veloce di cui è dotata l’ULSS 4, ed è entrata in funzione in questi giorni. Una manna dal cielo in un momento in cui i sanitari sono sotto pressione. Le visite specialistiche sono state ridotte; manca tempo e personale. Questo dispositivo all’avanguardia è costato 500.000 euro. Chiude una campagna di investimenti nel Veneto orientale di ben 5.000.000 di euro.

L’intervento di Mauro Filippi

L’intervento di Mauro Filippi, direttore generale ULSS 4: “Oggi inauguriamo questa nuova TAC. 128 strati; la macchina più performante che abbiamo in questo territorio. Un investimento da quasi mezzo milione di euro. Ricordo però che nel 2021, abbiamo investito circa 5.000.000 di euro in attrezzature, nuove tecnologie e ammodernamento. Prosegue quindi l’investimento in sanità; grazie anche al supporto della Regione Veneto. Nonostante sia stato un anno pesante, un anno di covid. Ma le attività ordinarie sono continuate, nonostante la straordinarietà di questo periodo.”

I vantaggi della nuova TAC

Tra i vantaggi offerti dalla nuova TAC c’è la maggior precisione della diagnosi; e la velocità che consente una minore esposizione alle radiazioni.

“È una macchina che offre una visione dal punto di vista della diagnostica decisamente più avanzata della precedente; consente allo specialista di poter effettuare diagnosi con maggior precisione. Però anche per l’utente che viene sottoposto all’indagine, vi sono dei benefici. Oltre ad un’indagine più sicura, anche una minor esposizione al tempo di analisi. Questo è importante soprattutto per le donne in età fertile e ai bambini. Ma direi in generale per tutti gli assistiti che vengono sottoposti a questo tipo di trattamento diagnostico. ”

La rapidità del test consentirà anche di far fronte alle urgenze con più tempestività.

Giancarlo Addonisio, direttore Unità Radiologia ospedale di San Donà di Piave: “Una macchina molto rapida. I pazienti anziani, i pazienti urgenti saranno impegnati sul tavolo soltanto per 40 secondi. A differenza dei tempi più lunghi delle apparecchiature precedenti.”

E in tempi di pazienti covid consente di mantenere la giusta distanza tra medico e paziente.

“Ha alcune caratteristiche tecniche di rilievo. Questa è una macchina arrivata durante il periodo covid. Una macchina dotata quindi di accortezze tecniche per limitare al massimo il contatto fra paziente e tecnico. Per esempio come accennavo prima, il tablet permetterà al tecnico di impostare tutte le fasi dell’esame senza essere a stretto contatto con il paziente covid. In più è una macchina che ha una dotazione, in termini di intelligenza artificiale, Nel senso che ha dei software in grado di calcolare il volume polmonare coinvolto dalla malattia. Faciliterà moltissimo quindi anche le fasi diagnostiche; le fasi in cui il clinico dovrà decidere cosa fare. Quindi la prognosi e gli esiti a distanza. Un’apparecchiatura che non serve solo per pazienti covid, ma anche per tutto il resto. Consentirà di fare tutte le prestazioni che facevamo prima, con un livello tecnico enormemente superiore.”

Sull’evoluzione tecnologica delle Ulss punta anche la Regione Veneto per fidelizzare i nuovi medici che potrebbero essere attratti dal privato.

Manuela Lanzarin, assessore regionale veneta alla sanità: “Sicuramente oggi il problema della carenza ormai cronica strutturale del personale tutto. Non solo di alcune alte specialità, ma anche del personale medico territoriale; piuttosto che delle professioni sanitarie è una realtà. È chiaro che però mettendo a disposizione dei nuovi specializzandi, strutture adeguate; con la possibilità di avere anche tecnologie avanzate, può permettere anche di fidelizzare un po’ di più tutto il personale. Questo è un intento e soprattutto una volontà che noi cerchiamo di perseguire. Sappiamo poi che le persone si fidelizzano e instaurano quelle relazioni all’interno delle nostre strutture; per cui vogliono creare il loro percorso di crescita.”

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