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Vicenda ancora aperta per il caso del Mose a Venezia

Ancora in corso la vicenda del Mose. Baita e Minutillo cercano di evitare il carcere patteggiando la condanna rivista già nel 2013

Cercano di evitare il carcere i grandi accusatori nella vicenda del Mose, gli avvocati di Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo hanno proposto al procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e al pm Stefano Buccini un accordo per cui ai loro assistiti verrebbe inflitta una condanna non superiore ai 2 anni. Per loro un primo patteggiamento c’era già stato nel 2013, sempre per false fatture: un anno e 10 mesi a Baita (oltre a 400mila euro di risarcimento) e un anno e 4 mesi per la Minutillo.

C’è da valutare se una pena sospesa di appena due anni sia adeguata alla gravità degli illeciti ipotizzati,visto che hanno già beneficiato di un patteggiamento. Dall’altra parte ci sarebbe il vantaggio, per la giustizia, di arrivare a una conclusione del procedimento senza un ulteriore dispendio di risorse ed energie, oltre al rischio prescrizione. Fondamentale, infine, nell’eventuale patteggiamento, la fase di quantificazione dei risarcimenti. Stesse richieste (lo riporta Il Gazzettino) anche da parte del padovano Nicolò Buson, ex direttore amministrativo di Mantovani, del trevigiano Pio Savioli (ex componente del direttivo del Consorzio Venezia nuova), e dell’intermediario padovano Marco Voltazza.

Tutti loro, al pari di Baita e Minutillo, avevano collaborato con la procura, e le loro posizioni al processo erano state stralciate in attesa della conclusione del dibattimento principale. In tutto sono una trentina i reati ipotizzati, tra cui corruzione, finanziamento illecito ai partiti, reati fiscali. Grazie a loro è stato svelato un giro di tangenti colossale, di cui però a beneficiarne sono stati i primi le proposte andranno valutate dai giudici

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