Il Fatto

Venezia: bisogno di equilibrio tra esigenze della città e di chi ci vive

Nella prima diretta de "Il Fatto di Luigi Gandi" gli ospiti si sono trovati a parlare dell'ingresso a pagamento a Venezia, bollette e burocrazia.

Nella prima diretta de “Il Fatto di Luigi Gandi” gli ospiti si sono trovati a parlare dell’ingresso a pagamento a Venezia, bollette e burocrazia.

Le parole di Silvia Favaretto

“Sicuramente la pandemia ha cambiato il modo di vivere e indietro non si tornerà più, questo è poco ma sicuro, abbiamo una tecnologia che ci consente di fare un sacco di cose che possono essere meravigliose o pericolosissime. Secondo me utilizzare tutti gli strumenti di controllo per creare delle città recinto è assurdo.

Sarebbe molto meglio lavorare costruendo una cultura della città, creando delle città che siano amate da chi ci vive e invece noi stiamo qua a ragionare sull’industria del turismo quando i veneziani probabilmente avrebbero diritto ad altro e quindi curare di più la città perchè poi accogliere i turisti è anche più semplice se si vive in un luogo armonioso.”

Il commento di Adriano Battistuzzi

“Trovare l’equilibrio tra le due esigente: quella comunque di una città che è conosciuta nel mondo per la sua cultura, per l’arte, per tutto quello che offre a qualsiasi cittadino che arriva a visitarla, io che sono nato nel Veneto ogni qual volta che vado a Venezia trovo sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Ma poi la necessità anche di dare la possibilità di sopravvivere anche ai cittadini di Venezia, ci sono delle aree dismesse vicino a Venezia dove c’era il petrolchimico, abbandonato, la zona di Fusina, anche lì potrebbe avere uno sfogo per avere un parco ad esempio.”

Lo sfogo di Luigi Gandi

“A me piace parlare di Venezia come la capitale ma Luigi, perdonami, è la capitale anche del Friuli, non è che i friulani devono pagare 100 euro e la mia compagna 40 per avere la carta d’accesso, mi sembra una cosa ridicola.

Significa umiliare i friulani, tu hai anche la barca a Lignano Sabbiadoro, la conosci bene quella terra là, che i friulani debbano sentirsi estranei a casa loro mi sembra una cosa molto di cattivo gusto, quindi cambia quella norma per cortesia perchè non è giusta. E’ sbagliato questo approccio sindaco, è sbagliato.”

Le parole di Laura Fincato

“Se ci fosse una soluzione semplice ad un problema così complesso, sarebbe solamente questione di essere deficienti per non averla applicata. Non è così, il problema è complesso perchè stiamo parlando della vita di una città e quindi di una comunità.

Mettere insieme queste esigenze è un dovere, non facile, e cercare le soluzioni migliori è il compito della politica e dell’amministrazione che invece di scontrarsi tra le varie parti deve cercare di comprendere le esigenze e mediare, la risposta è nella corretta mediazione tra i bisogni di una città che vuole continuare ad essere città e comunità e chi vuole venire a conoscerla perchè conosce magari la storia e la cultura e vuole venire ad abitarci.

Ecco che arriva il problema della residenza a Venezia, del lavoro diverso da quello turistico. Come si ripopola una città che oggi è arrivata ad avere 50 mila abitanti? Ci potrebbero essere anche delle case che oggi sono case popolari occupate che possono essere vendute a quelli che sono residenti per investire in rinnovamento. Voglio dire un’altra cosa ancora, quando una città si svuota vanno a mancare anche determinati servizi , chi faceva il pane se non ha a chi venderlo vende l’attività al primo che passa.”

GUARDA ANCHE: Tassa d’accesso a Venezia: “non tutti avranno la possibilità”

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